Merito individuale/1. Perché no: per Turi (Uil) la scuola non è un talent

Lanciato dallo stesso ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, anche l’Italia avrà il suo primo premio nazionale per i migliori insegnanti, associato al Global Teacher Prize, il cosiddetto Nobel dei docenti, vinto quest’anno dalla palestinese Hanan Al Hroub. In Italia però i premi in danaro non andranno direttamente ai prof ma alle loro scuole di provenienza per la realizzazione di attività e progetti promossi e coordinati dagli insegnanti premiati.

Dal 1° luglio fino al 1° ottobre sarà possibile avanzare in internet sia autocandidature sia segnalazioni da parte di cittadini, studenti, docenti, dirigenti scolastici. Sarà formata una lista di 50 candidati, tra i quali una giuria nazionale individuerà i 5 finalisti. La premiazione dei vincitori è già fissata per il prossimo novembre.

Sull’iniziativa si è subito aperta una discussione, nel clima già surriscaldato dalla forte resistenza opposta dai sindacati alle misure introdotte dalla 107 in materia di bonus e di valutazione del merito degli insegnanti. Per Pino Turi, leader della Uil scuola, “È solo propaganda, non si tratta di trovare il docente migliore, le scuole lavorano in team, qui si imitano i talent show: ma la scuola non è una gara podistica o un talent”.

Per il sindacalista, che su questo esprime un punto di vista largamente condiviso dalle altre organizzazioni dei lavoratori, “va bene premiare il merito, ma troviamo dei criteri in sede contrattuale perché i migliori magari non sono 5 ma l’80% degli insegnanti”. E “se proprio lo vogliono fare, non mettano in competizione gli insegnanti ma le scuole” premiando i team, “perché se una classe ottiene risultati non è merito di un singolo ma di un team”.

In discussione, insomma, non è il principio del merito ma la sua declinazione in senso individualistico. Il timore è che, per esempio (ma come risulta che si sia orientati a fare in alcune scuole), l’esito dei test Invalsi venga usato non solo per valutare i livelli di apprendimento degli studenti ma anche come indicatore della qualità del lavoro degli insegnanti. Ciò che porterebbe alla assegnazione del bonus e quindi alla differenziazione dei salari (merit pay) al di fuori di qualunque logica contrattuale.