Maturità 2019: Storia grande protagonista delle prove scritte (ma senza tema)

Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? “A chiederselo è Nanni Moretti, nel capolavoro “Ecce Bombo” del 1978. La riflessione si concludeva con la famosa battuta “andate, andate,  vi raggiungo dopo”. La maturità 2019 rimarrà agli annali per aver visto una prima prova senza il tema di Storia. Scelto da circa il 2% dei maturandi, considerato complesso e “da evitare” per molti siti specializzati, il defunto saggio storico si avviava, se non al cimitero, almeno a una pensione di lusso, circondato da apprezzamenti e considerazioni quasi unanimi (in pratica era ben voluto da tutti, tranne che dai maturandoi stessi). Nonostante la scarsa simpatia riscossa, in molti ci siamo chiesti se fosse proprio il caso di abolirlo completamente. Di fatto, con esso, lo studente era portato a riflettere, ragionare e sviluppare il proprio pensiero a partire dallo studio dei fatto storici dell’ultimo secolo, o poco più. Numerose sono state le critiche rivolte al MIUR per questa scelta azzardata e, non ci sembra un caso, il MIUR sembra essere ricorso ai ripari puntellando le diverse tracce prima prova maturità 2019 e tracce seconda prova maturità 2019 proposte di riferimenti storici del Novecento.

Bartali e il sostegno dato agli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Le parole in onore del Generale Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982.
Don Milani e la riflessione sociale sugli esclusi dalla scuola, per la traccia del Liceo delle Scienze Umane.
Tacito, grande storico del primo secolo dopo Cristo per la seconda prova maturità 2019 del liceo classico.

Se è vero che tre indizi fanno una prova, sembra proprio che le nostre riflessioni abbiano almeno un barlume di concretezza. Perché togliere il tema storico e poi fornire così tanti spunti di riflessione in ambito storico?

Non capiamo la scelta di questa abolizione, che di fatto richiedeva un approfondimento più completo, per compensare con tante tracce che sembrano sottolineare il valore della storia stessa. Qualcuno si chiederà se è necessario avere un tema per sviluppare una riflessione approfondita e se non possono bastare le indicazioni dei saggi brevi. Crediamo che la scelta di un tema dia al maturando la possibilità di entrare più in profondità nella riflessione storica, di usarne le categorie mentali, di approfondire un lessico e una visione disciplinare altrimenti impossibile da sviluppare.

Come accade spesso, la toppa è peggiore del buco e soprattutto rischia di sottolineare una mancanza che forse sarebbe passata in secondo piano.

L’anno scorso la scelta del tema storico fu tra le meno scelte. Oggi, la sua assenza, è un rumore assordante.

La si nota di più se non viene per niente o se si mette in disparte? Da quanto emerso, ci sembra, la Storia la si nota di più se viene messa in disparte. Peccato.