Master Plan: s’impenna la ‘quotazione’ politica

Il ministro Fioroni, dopo aver sottolineato l’accortezza con la quale erano stati definiti i contenuti del Master Plan, ha confermato la volontà politica di dare corso al processo di attuazione del Titolo V nel quadro anche di una definizione dei contenuti della competenza esclusiva delle Regioni per il settore istruzione e formazione professionale, e si è riservato di verificare la prima data utile per la convocazione del tavolo tecnico-politico con le Regioni.
L’attuazione del Master Plan è un problema maturo perché già in diverse sedi si è lavorato intorno al tema dell’attuazione del Titolo V: il ciclo di audizioni dinanzi alle Commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato alle quali hanno partecipato associazioni rappresentative delle autonomie locali, associazioni sociali, sei presidenti emeriti della Corte Costituzionale, il presidente della Corte dei Conti e 31 professori universitari.
Anche se con lentezza e con giuste cautele è stata ribadita la necessità di avviare un percorso di costruzione di nuovi rapporti tra istituzioni, tra centro e periferia e il tavolo tecnico-politico è chiamato a definire il confine entro il quale Stato e Regioni debbono e possono muoversi.
La volontà politica del ministro della PI è coerente con quanto affermato alla Camera dei Deputati dal Presidente Prodi il 2 marzo scorso in sede di replica durante il dibattito sulla fiducia al Governo: “…più chiaro e maturo è il problema del federalismo fiscale. Esso è maturo perché già si è lavorato in materia. Per la stessa solidità della ripresa abbiamo bisogno di maturare il senso dell’autonomia, della forza e dell’autogestione degli enti locali, a cominciare dalle Regioni (…) E’ questo il tipo di federalismo fiscale che riteniamo prioritario per arrivare (…) ad una ‘democrazia governante’ che costituisce il nostro obbiettivo principale“.
Un programma che definire ambizioso è riduttivo.