Mamme italiane alla guida della rivoluzione digitale, ma è ancora difficile conciliare lavoro e famiglia

Mamme italiane sempre più ‘digital’. Ieri, 6 giugno, si sono ritrovate in Parlamento per un confronto con le istituzioni su come costruire un Paese a misura di mamma e di bambino. Con una quota di oltre il 92% che utilizza uno smartphone, sono proprio le mamme la categoria della popolazione italiana con il maggiore tasso di digitalizzazione. Secondo uno studio dell’agenzia di comunicazione FattoreMamma e di 2R Research su oltre 1500 donne, sono infatti loro “alla guida della rivoluzione digitale”.

“Le mamme sono quasi più digitali degli adolescenti”, spiega la fondatrice di FattoreMamma, Jolanda Restano, all’incontro “Mamme in Parlamento”. Il 73% delle madri usa la tecnologia per la gestione dell’organizzazione quotidiana, il 51% ritiene lo smartphone “indispensabile per la propria vita sociale”, il 46% lo usa come strumento principale per gli acquisti online e il 43% lo considera addirittura la “propria memoria”.

Sul web le mamme danno vita inoltre a “una sorta di coscienza collettiva di rete” grazie alla condivisione delle loro esperienze. Queste mamme che si trovano da una parte all’avanguardia sul fronte tecnologico, dall’altra sono confinate in ruoli di genere tradizionali sempre più stretti. Secondo i dati Istat, ricade ancora sulle mamme il 74% del lavoro domestico, lavare e stirare i vestiti (94%), pulire casa, cucinare e lavare i piatti (77%). I principali problemi denunciati sono la difficolta’ a conciliare vita lavorativa e familiare (per il 75% delle intervistate da FattoreMamma) e il rientro dalla maternità troppo precoce, incompatibile con l’allattamento, che è consigliato dall’OMS almeno fino al sesto mese del bambino.

Il 62% delle mamme chiede inoltre un maggiore sostegno economico a favore della maternità e il 58% una maggiore tutela legislativa. In tema di scuola, è una nota dolente l’incompatibilità tra gli orari scolastici e del lavoro (per il 60%) così come la poca disponibilità di posti negli asili nido.

Sulla sanità, invece, le mamme lamentano i lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie con i casi paradossali di alcune regioni, dove si dovrebbero prenotare gli esami della gravidanza ancora prima del concepimento. Tra le tante richieste alla politica, ce n’è anche una tecnologica: dialogare direttamente con le istituzioni.