Ma per la Gilda il DS ha troppo potere

Sull’autonomia delle scuole e sui poteri (funzioni, competenze) del dirigente scolastico, oggetto della proposta di legge sulla governance delle istituzioni scolastiche che questa settimana la Commissione Cultura della Camera voterà in sede legislativa dopo i pareri delle altre commissioni parlamentari, esprime invece una posizione di totale chiusura la Gilda degli insegnanti, appoggiata peraltro a livello politico solo dall’Idv di Di Pietro.

Nel corso del convegno La governance nella scuola. Quale futuro per la professione docente?”, svoltosi a Roma la scorsa settimana in occasione della Giornata mondiale dell’insegnante, il coordinatore nazionale del sindacato, Rino Di Meglio, ha definito “scellerato” il citato progetto di legge. A suo giudizio “si tratta di un provvedimento legislativo pericolosissimo perché assegna un’autonomia troppo spinta a ogni singola scuola che ottiene, così, un’indipendenza totale sia sul piano amministrativo che didattico”. Il progetto di legge “mette i docenti in minoranza negli organi di amministrazione e riduce le competenze del corpo docenti”, spingendo il dirigente scolastico a “comportarsi da padrone e a sfruttare gli insegnanti, definiti ‘risorse umane’, e a cercare di trarre il massimo per ottenere risultati di chissà quale tipo, visto che la scuola non ha una produttività che si misura in denaro” (ma su quest’ultimo punto gli economisti, non solo dell’istruzione, la pensano in modo assai diverso).

Ma che cosa propone il sindacato di Di Meglio come antidoto al presunto strapotere del dirigente scolastico? Propone di “fare come nelle università, eleggendo il presidente del collegio dei docenti fra chi ogni giorno è in cattedra”. Una figura che “garantirebbe agli insegnanti di non essere trattati come dipendenti di una fabbrica ma come persone con una loro autonomia culturale”.

Non che la cosa non sia immaginabile (altri ordinamenti hanno una figura simile, per esempio quello spagnolo), ma nel contesto italiano temiamo che finirebbe per accrescere la conflittualità e la frammentazione nella gestione delle scuole: il DS fra l’altro deve già vedersela con il Consiglio di istituto e la RSU, e non può fare quasi nulla senza incappare in ostacoli procedurali, burocratici, sindacali. Gli manca solo una specie di contro-preside elettivo.