I luoghi della protesta DS. Quelli scelti e quelli no 

Un’adesione così elevata alla protesta dei dirigenti scolastici come quella del 25 maggio scorso forse non si era mai vista, così come non si era mai vista una presenza così folta di DS (si è parlato di circa 3 mila persone) in piazza San Cosimato a Roma a due passi dal Miur (perché così nascosti?). Nella giornata della protesta vi sono stati altri due luoghi in cui questa si è manifestata: piazza Montecitorio davanti al Parlamento (si è parlato di oltre 300 DS) e la rete con centinaia di persone che in tutta Italia hanno seguito in streaming la manifestazione romana.

Due luoghi veri e uno virtuale che hanno esaltato la voce risoluta e composta della dirigenza scolastica italiana che ha chiesto una svolta significativa nella politica contrattuale. Destinatari della richiesta la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli e il Parlamento: la prima per raccogliere le istanze della dirigenza scolastica, il secondo come terminale di quella richiesta.

Ma in mezzo, destinatari forse più importanti e decisivi per decidere in merito, ci sono il Ministero dell’Economia e Finanze e la Funzione Pubblica.

I luoghi della protesta, oltre a quelli occupati dai manifestanti il 25 maggio scorso, potevano essere anche uno davanti al MEF in via XX Settembre a Roma e un altro davanti al Dipartimento della Funzione Pubblica a Palazzo Vidoni in via Vittorio Emanuele II a Roma.

Sono quelle, infatti, le sedi privilegiate in cui si decidono le sorti dei contratti e le riforme della Pubblica Amministrazione.

Se la ministra Fedeli è convinta delle buone ragioni della protesta dei DS, toccherà a lei convincere i colleghi del MEF e della FP ad accogliere (non simbolicamente) le richieste della dirigenza scolastica. A quel punto, se vi saranno resistenze, una nuova eventuale manifestazione potrebbe spostarsi verso quelle sedi.