Tuttoscuola: Turismo scolastico

Da location TV a mete ambite

Teleturismo: da Elisa di Rivombrosa a Montalbano (Pagg 53 – 56)

Non è solo questione di Chiantishire. Certo, i dolci profili della campagna toscana il loro fascino su inglesi e anglosassoni in genere continuano ad esercitarlo come ormai avviene da qualche decennio (vip ed artisti, o anche “common people”, per così dire).

Qui si tratta invece in più di una vera e propria tendenza di mercato che – segno dei tempi che stiamo vivendo – presenta aspetti interessanti e rassicuranti insieme ad altri che rimandano ad un certo appiattimento e condizionamento da quarto (e quinto) potere (e da tubo catodico).

In sostanza la nuova tendenza è quella che parla di teleturismo e cineturismo.

Nella terra del vino, del Chianti e del Montalcino, si è registrato ad esempio un aumento assolutamente documentato di un turismo direttamente collegato al successo raccolto da pellicole o serial televisivi che avevano quegli scenari come “location”, come si dice in gergo.

Un primo caso analizzato è quello relativo agli scenari che fanno da sfondo al film di Carlo Mazzacurati, “L’amore ritrovato”, tratto dal romanzo di Carlo Cassola, “La relazione”, un vero “cult movie” per una certa generazione.

Si tratta nello specifico – e qui risiede la novità – di una località fin qui trascurata dai grandi flussi turistici e che ora sembra dovere la sua rinascita alla diffusione ed alla notorietà delle scene che hanno visto per protagonisti Stefano Accorsi e Maya Sansa.

Stazione di Monte Amiata

Stazione di Monte Amiata

La stazioncina di Monte Amiata Scalo per dire – lungo la linea ferrata Siena – Grosseto è appena stata valorizzata come luogo di eventi culturali, allo stesso modo di quella vicina di Torrenieri, scenari appunto del film di Mazzacurati e novelle stazioni di passaggio peraltro di un inedito “Montalcino Express”, un treno nato, nel frattempo, anche per far fronte alle richieste di un’utenza anch’essa al passo con i tempi, quella dell’enogastroturismo.

Che Mazzacurati (e relativa location) del resto abbiano fatto da traino (ciascuno evidentemente sogna di rivivere sul luogo struggenti sensazioni da celluloide); lo rivela il fatto che la gente – una volta arrivata sul posto, non faccia altro che cercare (e chiedere) dei luoghi, degli scorci e delle stanze o delle sale d’attesa riprese nel film.

Non molto diversa del resto la sorte di altre località toscane.

Come nei pressi di Pienza, la pur nota città concepita da Enea Silvio Piccolomini (poi Papa Pio II),  laddove infatti sono state girate le scene del film più volte Oscar, “Il paziente inglese” (si tratta dell’Abbazia di Sant’Anna in Carena, arroccata su di un colle e preceduta da lunghe stradine contornate da cipressi “alti e stretti” di carducciana memoria.

Così come a nessuno sarà sfuggito (senz’altro non agli operatori locali comunque) l’improvvisa notorietà –anch’essa tutta televisiva – di Chiusdino (non lontano dall’Amiata e dall’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore), famoso e ricercato, d’un tratto, per il suo “mulino bianco” reso celebre dallo spot rassicurante del marchio dei noti prodotti da forno: una manna vera e propria dal punto di vista turistico…

Ma i pellegrinaggi dei turisti sui set tv che hanno amato non finisce qui.

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Castello di Agliè

Emblematico il caso di Elisa di Rivombrosa, la nota fiction storica di Mediaset ambientata al Castello di Agliè e nei suoi dintorni, nel Canavese, a una trentina di chilometri da Torino: la location – che ha un’importanza fondamentale nella narrazione – è stata uno dei fattori principali di successo, secondo coloro che sono stati coinvolti nella produzione della fiction.

Ed è diventata in breve tempo un’ambita meta turistica.

Risultati analoghi sono emersi anche per gli altri due casi italiani, Carabinieri e Il Commissario Montalbano.

Per la fiction Elisa di Rivombrosa, i numeri confermano in modo clamoroso la percezione degli operatori: nel 2003, anno di inizio delle trasmissioni, i visitatori del Castello di Agliè sono stati solo 8.549. Nel 2004, dopo la conclusione della prima serie, sono balzati a 92.091, cioè più di dieci volte tanto. Una conferma indiretta dell’importanza della location viene anche dal minore successo della seconda serie che, per esigenze di copione, era stata in parte ambientata fuori dal Piemonte.

I vantaggi, tuttavia, non si sono limitati al castello e ai suoi dintorni, ma si sono diffusi sul territorio.

Il caso di successo di Elisa di Rivombrosa e delle sue location – rileva una recente ricerca – ha generato tutta una serie di iniziative che si possono definire nel loro complesso di “marketing tele-turistico” e che hanno avuto per protagonisti diversi soggetti, pubblici e privati, rappresentando un’ esperienza probabilmente unica, almeno per ora, in Italia.

Incrementi interessanti sono stati registrati anche nella Ragusa di Montalbano (dove le presenze sono passate da 669.678 nel 1999, anno di inizio della serie, a 815.418 nel 2003) e a Città della Pieve, location di Carabinieri, che ha visto un boom nel 2005, anno di maggior successo della serie, con 73.131 presenze.

Inutile qui dare una valutazione etica o culturale sul tema. E’ un fatto che peraltro gli operatori di settore non possono più ignorare né gli amministratori sottovalutare.

 “Si tratta di un fenomeno, quello del turismo televisivo – spiega Andrea Rocco, Direttore della Ricerca – che è sempre più reale e corposo, in sintesi. Ci sembrava pertanto interessante, e in qualche modo anche urgente, andare a verificare con un’indagine approfondita gli aspetti concreti di questi casi di successo ‘teleturistico’.

Volevamo cioè andare a scoprire come questi ‘casi’ sono nati, come le produzioni hanno

interagito con il territorio che le ha ospitate, quali risultati turistici hanno generato e come sono stati gestiti gli eventuali problemi creati dai flussi aggiuntivi di turismo. La ricerca ha dimostrato che il successo di una fiction televisiva, soprattutto in Italia, è fattore scatenante di interessanti, dinamiche e creative iniziative imprenditoriali, o meglio, microimprenditoriali, alcune delle quali riescono ad avere successo”.

Probabilmente non si tratta di una novità in senso assoluto. Basti pensare che gli Americani da anni collegano i due fattori e non a caso hanno sviluppato un turismo per così dire “cinematografico” (i colossal, le ambientazioni esotiche di Hollywood hanno da sempre orientato il mercato, e non solo quello ultrapopolare, per non dire poi delle vere e proprie visite guidate ai set su cui sono stati realizzati i grandi film della storia del cinema).

La novità forse risiede in questa dimensione per così dire più familiare e domestica (o elettrodomestica visto che chiama in causa la tv), più casereccia.

Ma anche questo è un segno dei tempi che cambiano e della trasformazione dell’immaginario collettivo anche nel campo dei viaggi e dell’avventura fuori dalle proprie mura domestiche, dove è ormai addomesticato (o elettro – addomesticato) anche il naturale bisogno di uscita dal quotidiano e di andare alla scoperta.

Troppo piccolo il mondo ormai, anche grazie alla Tv…

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