Lo school bonus che non interessa: solo 27 donazioni nel 2016

La Buona Scuola aveva previsto per l’erario la rinuncia a 7,5 milioni di euro per concedere un corrispondente credito di imposta a favore di chi, attraverso il cosiddetto school bonus, nel 2016 avesse proceduto a erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione. Erogazioni liberali per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti.

Il comma 150 della legge 107/15, per garantire il credito d’imposta dello school bonus, aveva inoltre valutato per il 2017 un onere per l’erario di 15 milioni, per il 2018 di 20,8 milioni e così via per gli anni successivi.

Quella dello school bonus era stata una delle sfide innovative su cui aveva scommesso la Buona Scuola, contro la quale erano scesi in campo sia coloro che temevano l’ingerenza del privato nella scuola pubblica con possibile condizionamento sulla scuola beneficiaria sia chi riteneva il bonus fonte di ulteriore sperequazione tra scuole ricche (beneficiarie dell’erogazione) e scuole povere.

La legge ha fissato un credito d’imposta pari al 65 per cento delle erogazioni effettuate, limitando ad un massimo di 100 mila euro annue l’intervento liberale del privato.

Evidentemente il legislatore era stato un po’ ottimista e probabilmente contava su un massiccio intervento dei privati, allettati anche dallo sconto d’imposta. 

Invece nel 2016 le erogazioni sono state soltanto 27 in tutto per un incasso complessivo di 58 mila euro che consentono un credito di imposta pari a poco meno di 38 mila euro.

Forse la novità dello school bonus non è stata adeguatamente resa nota al grande pubblico, forse la procedura prevista per l’erogazione (da versare in un fondo nazionale per essere poi assegnata alla scuola beneficiaria) è stata ritenuta troppo burocratica e lenta, forse chi dona vuole vedere gli effetti immediati e tangibili della sua donazione. Forse.

La legge di stabilità 2017 ha corretto il tiro a favore delle scuole paritarie, prevedendo l’assegnazione diretta delle erogazioni e suscitando le critiche della Uil-scuola che ha parlato di scarsa fiducia nei confronti delle scuole statali.

Unico ad essere soddisfatto è l’erario che invece di scontare 7,5 milioni di euro per crediti di imposta, potrà risparmiare 7.462.000 euro per sconti non concessi.

Per il 2017 lo school bonus riuscirà ad evitare il flop?