Libri di testo, una gratuità bipartisan

L’emendamento alla legge per la stabilità 2011 (ex-finanziaria) inserito dal Governo in vista dell’approvazione finale, prima di affrontare i pesanti nodi politici della crisi, prevede, tra l’altro, il ripristino dei fondi per il diritto allo studio, comprensivi dei finanziamenti ai Comuni per la gratuità dei libri di testi nella scuola primaria (più di 81 milioni di euro).

In tempi di crisi politica, con la trasversale preoccupazione di maggioranza e opposizione di guadagnare a tutti i costi quei consensi dell’elettorato che potrebbero diventare decisivi tra pochi mesi se si tornerà alle urne, nessuno vuole certamente avanzare proposte formalmente impopolari anche se potrebbero rivelarsi utili oltreché possibili.

La cancellazione della storica gratuità dei libri di testo della scuola primaria avrebbe tutte queste caratteristiche della sostanziale praticabilità, purché venga garantito pienamente il diritto allo studio degli alunni, considerato l’attuale basso costo complessivo.

Il costo dei libri di un alunno di scuola primaria vale oggi in media 29 euro ed è compreso tra i 18,29 euro per un alunno del secondo anno e 41,44 per uno dell’ultimo anno. Come si vede, si tratta di cifre ben lontane dai prezzi che le famiglie sostengono per i libri della scuola media o della scuola superiore; cifre che, comunque, non gravano attualmente sui genitori, visto che, anche se contenuti, i costi dei testi nella scuola primaria sono tuttora a carico dei Comuni.

Se si volesse sfidare l’impopolarità, si potrebbe comunque risparmiare, fatti salvi i casi di gratuità da assicurare alle famiglie meno abbienti, un’ottantina di milioni, che potrebbero essere reinvestiti nella scuola.