Lettera a Babbo Natale: un augurio alla scuola viva

 Caro Babbo Natale,

scriviamo a te perché in questi giorni sappiamo che sei molto ricettivo e perché forse, dopo migliaia di lettere di bambini avrai anche voglia di un confronto tra adulti non intenti solo a chiedere bambolotti e macchinine, ma capaci di riflettere, ponderare e sviluppare considerazioni di un certo interesse anche per te.

Veniamo a noi: Natale è, da sempre, tempo di richieste, dovresti saperlo bene. Quest’anno vorremmo fartene alcune per la scuola, che, come sai, ci sta molto a cuore.

Ti chiediamo di aver cura della scuola, dei docenti che con coraggio, giorno dopo giorno portano avanti la loro professione educativa, delle famiglie, sempre più sole e degli alunni, il cuore e il senso del nostro lavoro. La scuola, così spesso lasciata sola dalla politica, anzi strumentalizzata, a volte senza alcun rispetto, va difesa almeno da te, almeno da noi.

 Attenzione e rispetto sono sicuramente le parole chiave di questa nostra richiesta. Attenzione e rispetto che si concretizzano nel fornire le migliori condizioni di lavoro possibile, stipendi adeguati per i docenti, classi accoglienti, riscaldate d’inverno (non ti chiediamo rinfrescate d’estate, sarebbe troppo) e senza solai pericolanti. Una scuola che sia quantomeno sicura, ecco.

Rispetto e attenzione sono azioni concrete da costruire e portare avanti con coraggio, sono il sale della scuola. Vorremmo non sentire più di bambini stranieri esclusi dalla mensa, di alunni con disabilità lasciati soli nelle stanzette anguste dell’esclusione quotidiana, di docenti picchiati dai genitori e di genitori umiliati dall’istituzione che più di tutte dovrebbe sostenerli nel loro percorso educativo.

Aiutaci a saldare il patto educativo, a riconoscere a ogni adulto presente nelle scuole una funzione educativa di riferimento. Fa che i bambini possano imparare l’un altro che cooperare è meglio oche competere, che insieme, nel rispetto delle differenze individuali si può crescere più ricchi di valori, più forti e sicuri.

 Caro babbo Natale, stiamo chiedendo troppo? Forse, ma vogliamo sperare che tu possa trovare ancora qualche minuto per noi.

Ti chiediamo, se possibile, di rendere la scuola luogo di cultura democratica. Aiutaci, come diceva Don Lorenzo Milani, maestro coraggioso e appassionato a capire come dobbiamo essere per fare scuola e farla bene. I docenti non siano missionari, ma neanche freddi burocrati. L’obiettivo della scuola, aiutaci sempre a ricordarlo, sia quello di promuovere il benessere di tutti e di ciascuno, di imparare, di appassionarci, di essere curiosi e ricercatori.

Ti preghiamo affinché nessuno creda più che si vada a scuola per “prepararsi all’esame di Stato” o per avere i requisiti per il ciclo successivi.

Vorremmo che fosse chiaro, per docenti e famiglie, che il centro della vita scolastica è la relazione didattica intesa, come sostiene Italo Fiorin come “arte e scienza della relazione all’interno del contesto scolastico”. Rendici tutti, artisti e scienziati della relazione. Allo Zen di Palermo, così come a Scampia, o nei quartieri più abbienti di Milano: fa, per favore, che la scuola sia luogo di relazioni significative.

Ci accorgiamo solo ora di esserci dilungati, di aver esagerato, come spesso gli adulti fanno. Solo ora ci sembra di capire il vero motivo per cui a scriverti sono i bambini: loro, a differenza nostra, vanno diritti al punto, chiedono non ciò che gli serve, ma al contrario, ciò che ritengono necessario. Ti lasciamo dunque alle loro letterine, ricche di richieste di bambole e macchinine.

 Ricordati però di quanto ti abbiamo scritto perché, oggi più che mai, siamo convinti che la scuola abbia il difficile compito di rendere il futuro un luogo migliore, ma per farlo ha bisogno anche di te.

Auguri di cuore a te, a noi che crediamo in una scuola migliore, ai nostri alunni, alle loro famiglie.

 Auguri alla scuola viva. Da Tuttoscuola.