Le sfide del nuovo piano scuola/2: carriera per merito

Avanzamento di carriera per merito, anziché per anzianità: è l’altra scelta rivoluzionaria che, se pur in modo generico, è stata annunciata nelle anticipazione della Giannini a Rimini.

Il CCNL di lavoro degli insegnanti (in attesa di rinnovo dal 2009) prevede una progressione di carriera per sola anzianità con scaglioni della durata media di sei anni.

Oltre al blocco del contratto, è stata congelata anche la progressione per anzianità. A fatica negli ultimi anni i sindacati sono riusciti ad ottenere il riconoscimento delle anzianità maturate; in questi giorni sono in pagamento gli scatti 2012.

Quindici anni fa l’ex-ministro Berlinguer riuscì a convincere i sindacati ad inserire nel contratto la progressione per merito, assicurando un cospicuo finanziamento, ma la disposizione naufragò davanti alla protesta degli insegnanti ostili ad una forma di valutazione che non era convincente. E i sindacati ignorarono il contratto da loro stessi firmato e si schierarono a fianco della categoria.

L’on. Valentina Aprea (Forza Italia) tentò alcuni anni fa di proporre lo sviluppo di carriera meritocratico per via legislativa (stato giuridico), ma la sua proposta incontrò resistenze anche all’interno della sua maggioranza parlamentare e finì in archivio. Prevedeva una carriera professionale dei docenti su cinque livelli: il 1° primo livello era individuato dai docenti neoassunti, successivamente passando per i livelli di docente iniziale, docente ordinario e docente esperto, si poteva arrivare al ruolo di vice dirigenza a cui si sarebbe potuto accedere tramite concorso per titoli ed esami.

Tenendo conto delle precedenti esperienze (e dei relativi insuccessi), il piano non potrà ignorare alcuni passaggi di metodo, prima che di merito. Dovrà avere la condivisione della maggior parte degli insegnanti e dei sindacati. Dovrà avere chiaro lo strumento da adottare: stato giuridico (legge) o contratto.

E dovrà essere sostenuto da cospicui finanziamenti.