Tuttoscuola: Non solo statale

Non se ne sa ancora abbastanza, ma potrebbe anche accadere che, al di là dei timori espressi da sinistra, e da taluni ambienti del centro-destra, tocchi proprio alla “devolution” proposta da Umberto Bossi il compito di sbloccare la situazione di latente conflitto istituzionale tra le competenze dello Stato e quelle delle Regioni creata dalla legge costituzionale n.3, ratificata dal referendum dello scorso 7 ottobre, almeno per quanto riguarda il settore dell’istruzione e della formazione professionale (vedi “TuttoscuolaNEWS” n. 22 e “TuttoscuolaNEWS” n.23).
Il testo approvato dal Consiglio dei ministri il 13 dicembre prevede infatti che vengano riconosciute alle Regioni “competenze legislative esclusive sulle seguenti materie: (…), organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione; definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione”. Questa formulazione, oltre ad assegnare alle Regioni potestà unica su alcune delicate materie, consentirebbe di definire a livello centrale i programmi scolastici e formativi di interesse nazionale, stabilendo così un rapporto di integrazione funzionale e di complementarità tra Stato e Regioni, e modificando in profondità l’assetto previsto dalla legge n. 3, che prevede invece per le Regioni la competenza legislativa concorrente sull’istruzione, ed esclusiva sulla formazione professionale: un assetto quest’ultimo che secondo alcuni si presta alla conflittualità istituzionale permanente.
La “devolution” di Bossi potrebbe facilitare, tra l’altro, l’adozione del modello di riforma proposto dalla commissione Bertagna, che prevede l’individuazione a livello nazionale dell’architettura non solo del sistema scolastico ma anche di quello della formazione professionale iniziale.

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