La vicenda infinita dei punteggi delle graduatorie

Quando tutto faceva pensare che i ritocchi alle graduatorie ordinate dalla sentenza del Tar del Lazio del maggio scorso bastassero a garantire la regolarità d’avvio dell’anno scolastico, ci si è messa di mezzo un’altra sentenza, anzi due: quella del Tar dell’Umbria e nuovamente un’altra del Tar del Lazio.
E pensare che il ministero dell’Istruzione, forse per evitare il prolungarsi dei tempi, aveva rinunciato ad impugnare la prima sentenza del Lazio, con una valutazione di opportunità politica più che di merito.
Aveva potuto così annunciare che ai primi di agosto erano già state effettuate nomine di supplenza annua in quantità superiore all’80%.
Ma non è bastato.
Sono arrivate queste nuove sentenze, l’ultima delle quali ha annullato la circolare applicativa del Ministero in quanto non interprete dell’esatta volontà del TAR.
Un nuovo stop, si dice al ministero, dagli effetti molto contenuti, quasi irrilevanti. Ma..
Prevedibili le proteste dei precari Sissini nuovamente colpiti dalle sentenze; e non può non essere rilevata, tra le loro considerazioni, la perplessità (per non dire la riserva) sul fatto che in merito all’intero contenzioso i giudici sembrano aver operato più con considerazioni di merito e di opportunità anziché di legittimità.
Cosa succederà adesso?
Il ministero ha chiesto all’Avvocatura dello Stato di proporre con urgenza ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensione dell’esecutività della sentenza del Tar.
La risposta del Consiglio di Stato difficilmente arriverà nei prossimi giorni, ci vorrà almeno un mese. Nel frattempo, quali scenari alternativi si possono immaginare?
Se il Consiglio di Stato accorderà la sospensiva, le nomine non si toccano e il problema è superato, almeno per questo anno scolastico.
Secondo scenario: non viene concessa la sospensiva. Siamo – con tutta probabilità – a fine settembre, e comunque ad anno iniziato. O il ministero cede e rettifica le graduatorie, generando un “carosello” di insegnanti (un passo indietro rispetto al risultato perseguito con successo l’anno scorso), o, se non lo vuol fare e intende confermare l’orientamento di non dare esecuzione alla sentenza, dovrà scattare un provvedimento straordinario di urgenza per garantire la regolarità
delle nomine disposte. Un decreto legge, insomma, che il ministro dovrebbe chiedere al governo per legittimare la decisione assunta.