La valutazione dei docenti non ne aggraverebbe le patologie?

Ci ha scritto un lettore, Luigi Accardi, che trova una contraddizione tra gli auspicabili rimedi per le patologie diffuse tra gli insegnanti, e lo stress da valutazione che si propone per i medesimi. Ne pubblichiamo l’email.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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A proposito della notizia riguardante l’alto tasso di inabilità al lavoro dei professori statali per patologie psichiatriche e non, fino ad arrivare a patologie neoplastiche (tumori), avete concluso l’articolo riportando i pareri di studiosi che si sono occupati del problema, indicando come soluzione l’attenzione e, quindi, la responsabilità dei dirigenti scolastici e, soprattutto, la solidarietà tra colleghi.

In un altro titolo di un vostro articolo, a proposito del “merito”, si ventilava la possibilità che i docenti avessero “paura della valutazione”. Ora, come si concilia lo stress causato da una valutazione che pone dei limiti numerici invalicabili (il 25% dei docenti di ogni scuola verrebbe “bollata” come “insegnanti di serie B, anche se, in quella scuola di insegnanti validi ce ne fossero il 100%) con la “responsabilità” del dirigente a sorvegliare sulla salute dei suoi sottoposti e a non causarne stress, ma “responsabilità”, anche, nel valutarli, causando stress e conflittualità all’interno del proprio corpo docente, e, quindi, addio alla solidarietà?

Luigi Accardi

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I lettori di tuttoscuola.com sono invitati a dire la loro su questo tema, scrivendo a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà le risposte più significative. Analogamente, coloro che vogliono proporre nuovi temi di discussione possono scriverci al medesimo indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.