La tela di Valeria Fedeli

Anche in Italia, come nel resto dell’Europa, il tema dell’educazione-istruzione non può essere un elemento divisivo tra le parti ma fondativo di un’idea di Paese attraverso l’educazione, l’istruzione, la formazione dei giovani di oggi, futuro per il Paese stesso”. Lo ha affermato la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, intervenendo alla tavola rotonda svoltasi a Castellaneta (Taranto), nell’ambito della conferenza nazionale di organizzazione della Uil scuola, dove sono intervenuti anche Carmelo Barbagallo, segretario generale della Confederazione Uil, e Pino Turi, leader della Uil scuola.

Fedeli ha utilizzato anche questa occasione per continuare a tessere la tela della ripresa del dialogo con i sindacati degli insegnanti. Serve il confronto, ha detto, “eliminando – ognuno per la propria parte – rigidità, e dichiarando le proprie differenze” senza che queste diventino “elemento di scontro”.

Invito al dialogo raccolto da Barbagallo, che però – in coerenza con la tradizionale linea laica della UIL – ha invitato il ministro e il governo a “restituire alla scuola pubblica il ruolo e la dignità che le spetta e realizzare un grande progetto per la formazione e la cultura, con l’obiettivo di rimodulare la società sulla base di un rinnovato senso civico” senza dare la sensazione di “viverla come un peso al punto da arrivare a spostare le risorse verso la scuola privata”.

Una sollecitazione di segno assai diverso giunge invece dal mondo delle scuole paritarie, che attraverso una nuova dichiarazione della combattiva presidente della Fidae Lombardia, Anna Monia Alfieri, rilancia la proposta del “costo standard di sostenibilità” (uguale per tutte le scuole del sistema pubblico, così come definito dalla legge 62/2000) come “l’unica soluzione per evitare il tracollo della scuola pubblica, sia statale che paritaria”.

Si prospetta un lavoro impegnativo per la tessitrice Fedeli, che non dà comunque alcun segno di voler rinunciare all’impresa.