La scuola media compie 50 anni. E li dimostra

Nell’ottobre del 1963 iniziava la storia della scuola media unica che, portando l’obbligo scolastico a otto anni secondo il dettato costituzionale, dava avvio ad una delle più importanti riforme della storia repubblicana.

A distanza di mezzo secolo ci si interroga sulla portata e sugli effetti di quella riforma che avrebbe dovuto avere, tra l’altro, un forte impatto sociale, elevando in modo generalizzato il livello d’istruzione della popolazione italiana.

Molti critici ritengono la scuola media – ora secondaria di I grado – il ventre molle del sistema.

Da quel lontano 1963 la scuola media, a differenza di quanto avvenuto per la scuola primaria e per la secondaria di II grado, non è stata interessata da specifiche riforme di struttura, se si esclude l’introduzione della seconda lingua straniera che comunque non ha direttamente coinvolto il personale docente del settore.

Nell’ultimo decennio del secolo scorso mentre l’ordinamento della scuola elementare riceveva la riforma dei moduli e la secondaria superiore sperimentava i progetti Brocca, la scuola media attraversava indenne il passaggio al nuovo millennio.

Le riforme di struttura dell’ultimo decennio hanno riguardato nuovamente la scuola primaria e la secondaria superiore, sfiorando la scuola media.

Lo stesso ministro Carrozza, pochi giorni fa, ha dichiarato che “Certamente la scuola media va rivista, come tutta la scuola italiana dovrebbe subire un ripensamento, ci vorrebbe una costituente della scuola italiana, deve essere aggiornata soprattutto nei programmi“.

È tempo, dunque, di aprire una riflessione su questo nevralgico settore del sistema.