Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La scuola del primo ciclo oggi e domani: una riflessione a più voci

I componenti dell’ex Comitato Scientifico Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo (Italo Fiorin, Maria Patrizia Bettini, Giancarlo Cerini, Sergio Cicatelli, Franca Da Re, Gisella Langè, Franco Lorenzoni, Elisabetta Nigris, Carlo Petracca, Franca Rossi, Maria Rosa Silvestro, Rosetta Zan. Collaborazione di Daniela Marrocchi), hanno svolto una riflessione che si pone in continuità con il lavoro svolto durante i sei anni del loro incarico e che desiderano condividere con i docenti, dirigenti della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, ma che può risultare di interesse anche per i responsabili dell’Amministrazione e i decisori politici. 

L’ampia riflessione è strutturata in diversi capitoli, ognuno dei quali prospetta adattamenti e innovazioni per la scuola di domani sulla base delle criticità emerse nell’emergenza sanitaria e delle soluzioni adottate. E’ consultabile sul sito di Tuttoscuola a questo link: http://www.tuttoscuola.com/la-scuola-del-primo-ciclo-oggi-e-domani-una-riflessione-a-piu-voci/

Si tratta di dieci capitoli di notevole ricchezza educativa e sociale, meritevoli di attenzione soprattutto da parte dei decisori politici e della stessa Amministrazione scolastica: Oltre l’emergenza, Ripensare il curricolo e gli insegnamenti, Non solo digitale, Relazione educativa e “narrazione” dell’emergenza, Una valutazione formativa, Il ruolo delle famiglie, Evitare nuove forme di esclusione e disuguaglianza, Una nuova comunità educante, La valutazione finale nel primo ciclo, L’esame di fine primo ciclo.

Sono molti gli spunti da rilevare, ma ci limitiamo ad evidenziare l’esordio e la conclusione di questa riflessione a più voci: “pensare di iniziare un nuovo anno ancora con le stesse formule sarebbe un errore, oltre che un’occasione perduta.… è importante utilizzare questo momento di prova e riflettere su di esso non solo come un’emergenza da fronteggiare cercando la riduzione dei danni, ma come una sfida educativa e didattica capace di generare una scuola nuova”.

L’esperienza scolastica vissuta nell’emergenza è stata indubbiamente “difficile, ma anche una risorsa preziosa da interrogare e valorizzare, per ripartire in modo nuovo. Nelle esperienze avviate in questi mesi di ‘distanziamento sociale’ e di ‘didattica a distanza’ si sono imposte scelte di massima flessibilità, che hanno messo e metteranno alla prova alcune rigidità tipiche del nostro sistema”.

Il gruppo suggerisce alcune modalità organizzative, come, ad esempio: “Risulta opportuno, ovunque, ma soprattutto nel primo ciclo, alternare momenti di lezioni a distanza, che coinvolgono l’intera classe, con altri in cui l’insegnante lavora in piccoli gruppi, avendo così modo di differenziare i suoi interventi, ascoltare le diverse reazioni, favorire l’interazione tra gli alunni. Organizzare parte del lavoro in piccoli gruppi favorisce anche gli alunni con bisogni educativi speciali, che soffrono maggiormente questa situazione di isolamento”.

Nei due capitoli conclusivi della riflessione, in vista dell’emanazione dell’ordinanza ministeriale sugli scrutini ed esami nel primo ciclo d’istruzione, anziché la tradizionale valutazione con voto in decimi, il gruppo “invita ad adottare, a maggior ragione nella straordinarietà della situazione di emergenza, una valutazione finale narrativa e descrittiva che dia valore alle conquiste e ai progressi negli apprendimenti effettuati dai bambini e dai ragazzi”.

Inoltre, relativamente all’esame di fine ciclo “Lascia qualche perplessità la previsione del legislatore di eliminare, a differenza di quanto è stabilito per il secondo ciclo, un momento finale, in cui il candidato sostenga, sia pure in modalità telematica, un breve colloquio di fronte al consiglio di classe ed al dirigente scolastico . Questo breve colloquio avrebbe il significato di un impegno di responsabilità da assumere, anche in un periodo di emergenza, di fronte ai propri insegnanti, che oltretutto possono restituire valore al percorso formativo svolto”.

 

 

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