Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La scomparsa di Giorgio Israel, una perdita per la scuola

Venerdì scorso è venuto a mancare all’età di 70 anni (era nato a Roma nel 1945) Giorgio Israel, già professore di Matematiche complementari e Storia della Matematica presso l’Università di Roma La Sapienza, ma assai noto anche come scrittore e giornalista avendo spesso collaborato con quotidiani e periodici sia della carta stampata che online.

Israel è stato non solo un ricercatore ma anche un divulgatore della matematica. Il suo contributo più recente è il volume Pensare in matematica (Zanichelli, 2012, con A. Millán Gasca), sul quale lo studioso ha rilasciato a Tuttoscuola un’ampia intervista, che si può leggere a questo link..

Ma Israel si è distinto anche come commentatore della politica scolastica (oltre che di quella dell’università e della ricerca), assumendo spesso posizioni originali, controcorrente, sempre presentate in libri e articoli scritti con una vivace e fluente verve polemica. Memorabile è stato il suo confronto-scontro con Claudio Gentili, direttore Education di Confindustria, che lo aveva accusato di conservatorismo (“Israel è rimasto al tempo che Berta filava…”) per aver egli contestato il valore pedagogico e culturale dei test (Ocse-Pisa e Invalsi) e del concetto di ‘competenza’, entrambi visti come segnali di una pericolosa deriva tecnocratica e della rinuncia a una didattica finalizzata alla formazione di personalità libere, dotate di autonome capacità di riflessione e decisione (sulla polemica, che Tuttoscuola ha seguito con attenzione, si veda qui).

Malgrado fosse molto malato, Israel ha continuato fino all’ultimo a partecipare al dibattito sulla scuola. Sulla ‘Buona Scuola’, in un’intervista dello scorso mese di maggio rilasciata al Manifesto, è tornato sulla sua visione alta del ruolo dell’educazione e dell’insegnamento: “Quello che il nostro premier non ha capito è che chi si oppone alla ‘Buona scuola’ lo fa per lo più in nome della difesa di una visione universalistica dell’istruzione, che mira non alla fabbricazione di individui confezionati in base a un’ideologia tecnocratica bensì alla formazione di persone libere, dotandole degli strumenti conoscitivi adatti a una libera scelta del loro futuro. Una simile visione è presente in chi, a sinistra, è legato a una visione di tipo gramsciano, e in chi invece si ricollega a una visione conservatrice di tipo liberaldemocratico. Non aver capito il carattere di trasversalità dell’opposizione è stato un errore politico colossale”.

Possiamo essere più o meno d’accordo con le tesi di Israel, ma riteniamo giusto rendere omaggio a un uomo che si è battuto per una scuola migliore: più libera e più formativa.

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