La rivoluzione dell’anticipo

La carenza di asili-nido pubblici costituisce un problema per molte famiglie al lavoro che non sanno come collocare i figli sotto i tre anni. L’anticipo di iscrizione alla scuola dell’infanzia (forse già possibile dal prossimo settembre per i bambini che compiono tre anni entro il 28 febbraio 2003) potrebbe ridurre le dimensioni di questo problema. Ma quanti bambini potrebbero avvalersi della possibilità di anticipare l’ingresso nella scuola dell’infanzia? Si possono stimare a regime, almeno in via teorica, circa 180 mila bambini, di cui 100 mila nelle scuole statali (circa la metà per il prossimo anno). Basterebbe comunque l’iscrizione effettiva di 50 mila bambini per creare qualche problema in più, perché quei quattro mesi (a regime) di anticipo – entrerebbero a scuola bambini anche al di sotto dei 2 anni e mezzo – determinerebbero certamente dentro la scuola dell’infanzia una piccola rivoluzione, che il disegno di legge delega per la riforma del sistema di istruzione cerca in qualche modo di affrontare. Viene infatti prevista l’introduzione di nuove figure professionali.
Ma su questo punto sorgono degli interrogativi: si pensa al ritorno alla figura dell’assistente già prevista nelle scuole materne statali fino a circa un quarto di secolo fa, oppure verrebbero introdotte figure di educatori secondo i migliori modelli degli asili-nido?
Occorrerebbe poi selezionare questo personale e formare gli insegnanti in servizio alla nuova funzione. E i problemi organizzativi non finirebbero qui. Il rapporto educatori-bambini nell’asilo nido è oggi circa di 1 a 10; il rapporto insegnante-bambino nella scuola materna statale è formalmente di 1 a 11,9, ma per la maggior parte dell’orario è di 1 a 22, essendo limitata la compresenza delle 2 maestre per sezione. Facile capire che vi sarebbero ripercussioni sull’organizzazione del servizio, fino quasi a cambiare insomma il profilo di questa scuola. Anche per queste ragioni sono forti le riserve del mondo sindacale contro la proposta.