La libertà di insegnamento si può esercitare anche nella didattica a distanza

Sia ben chiaro: è fuori dubbio che il rapporto diretto tra insegnante e alunno in presenza resta primario e indispensabile per ogni scuola.

Nessuno può sognarsi di soppiantare la didattica in presenza in nome del nuovo che avanza a causa dell’emergenza sanitaria.

Ma oggi, e forse anche domani o comunque – temiamo – per molti mesi ancora, l’unico rapporto possibile tra il docente e gli alunni sarà ancora, non certamente per scelta ma per necessità, quello a distanza. L’unica strada consentita e praticabile.

Finché l’unica forma di didattica possibile resterà quella a distanza – che finora ha consentito di recuperare una buona parte dei 75 milioni di ore di lezione (solo fino al 3 aprile, molte altre dopo) che altrimenti sarebbero andate perse – il sacrosanto principio costituzionale della libertà di insegnamento andrà declinato nella DaD.

Dopo che, superando qualsiasi riserva interpretativa, il decreto legge 22 dell’8 aprile scorso ha affermato chiaramente l’obbligo per tutti i docenti di svolgere attività didattica a distanza, l’impegno di tutti dovrà essere incentrato sul COME realizzarla al meglio secondo le diverse necessità formative degli alunni in dipendenza anche della loro età, fino a che ce ne sarà bisogno. Mentre dopo potrà rappresentare un utile arricchimento in ottica integrata della didattica in presenza o una valida sostituzione nei casi in cui comunque non è possibile la presenza fisica (malattia degli studenti, assenza per motivi di forza maggiore, etc).

Sarebbe opportuno aprire da subito con i sindacati una contrattazione sulla materia con la quale vengano definiti modi, tempi, limiti e contenuti di questa prestazione  (http://www.tuttoscuola.com/decreto-scuola-e-didattica-a-distanza-obbligatoria-serve-contrattarla-con-urgenza/ ). Nell’attesa si potrà far tesoro delle molte iniziative formative e tutoriali che in queste settimane si sono attivate sul web e della disponibilità della Carta del docente per la formazione e l’aggiornamento professionale (purtroppo non per il personale con contratto a tempo determinato, una lacuna di cui una volta di più si sentono gli effetti). Le scuole potranno anche avvalersi degli 85 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’istruzione per il potenziamento della DaD.

Sono numerose anche le esperienze messe in atto da gruppi di insegnanti, a riprova della capacità e della disponibilità mostrate in questa fase emergenziale dalla maggioranza del corpo docente. Ne dà conto un’interessante indagine della Cisl Scuola condotta su un campione significativo di scuole.

I sindacati che hanno sempre mostrato di saper cogliere i cambiamenti e i fermenti innovativi che passano tra gli insegnanti, hanno un’occasione straordinaria per orientarli in questo nuovo percorso professionale.

Denso di significato anche quanto propone la Disal in un comunicato intitolato “Una rondine può far primavera”: Il Decreto Legge n. 22/2020“stabilisce l’obbligatorietà della didattica a distanza come modalità per garantire agli studenti il diritto all’istruzione in tempo di emergenza. E’ il riconoscimento di un processo avviatosi spontaneamente in questi tempi che rilancia per il futuro non solo il tema della formazione dei docenti nelle competenze informatiche, ma la necessità di sviluppare modelli di insegnamento/apprendimento innovativi e all’altezza della sfida formativa del XXI secolo”.

Tuttoscuola, che ha formato in queste settimane decine di migliaia di docenti con il corso “Fare lezione a distanza” (ecco il calendario di lezioni di questa settimana, tre volte al giorno tutti i giorni su tutte e tre le principali piattaforme) continua a fare la sua parte con un nuovo corso: “FARE LEZIONE A DISTANZA: metodologie didattiche innovative e applicazioni pratiche”, seguito del primo. Dalle modalità tecniche per attivare la DaD si passa ora al cuore della lezione: le metodologie didattiche innovative