La lezione del professore Sergio Mattarella

Quanto è difficile il lavoro del Presidente della Repubblica italiana oggi? Lo hanno chiesto a Sergio Mattarella gli studenti di sette Istituti secondari superiori di tutta Italia che lo hanno incontrato al Quirinale lo scorso 11 ottobre, presente il ministro Bussetti. Erano i giorni delle polemiche nazionali e internazionali sul DEF (Documento di Economia e Finanza) e anche del dibattito sul ruolo del Capo dello Stato come garante del rispetto della Costituzione.

Mattarella non si è sottratto alla domanda. Dopo aver premesso che “ogni Presidente della Repubblica che si succede in questo ruolo incontra problemi e difficoltà”, ha poi affermato chel’Italia ha vissuto periodi di difficoltà anche maggiori di quelle attuali, quando nel corso degli anni settanta, nel “decennio del terrorismo, degli attentati, delle bombe, venivano assassinate moltissime persone, spesso tra le migliori della Repubblica”. Per questo, ha detto agli studenti, “bisogna sempre avere la conoscenza e il ricordo della storia per valutare le condizioni in cui si opera”.

Peraltro, ha sottolineato Mattarella, la Costituzione italiana “per fortuna, riesce sempre a superare momenti difficili, perché ha anche alcuni elementi che la difendono”, ed è “rigida nel senso che non può essere cambiata da una legge normale, occorre una procedura particolarmente impegnativa per cambiarla”.

La nostra Costituzione, insomma, ha creato una condizione di equilibrio che si regge sulla divisione dei poteri, e sulla previsione di “autorità indipendenti dagli organi politici che, dovendo governare aspetti tecnici” agiscono “prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti”. Un “sistema complesso di pesi e contrappesi” e di “equilibri che distribuiscono le funzioni e i compiti del potere tra più soggetti, in maniera che nessuno, da solo, ne abbia troppo”. È compito del capo dello Stato, ha ammonito infine il Presidente al termine del suo dialogo-lezione con gli studenti, garantire il mantenimento di questi equilibri, perché “la storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare invece acquisire il senso del dominio nell’esercizio del potere”.

Nelle prossime settimane non mancheranno a Mattarella le occasioni per far valere questo suo ruolo di garante dell’equilibrio tra i poteri.