Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La festa della lingua italiana/2. La padronanza della lingua materna è la chiave dell’apprendimento

Forse la cosa più saggia l’ha detta con semplicità una delle concorrenti che hanno partecipato alla finale delle Olimpiadi di Italiano, Martina Piras, 18 anni, studentessa del liceo linguistico di Villacidro (Cagliari): “Conoscere la propria lingua è indispensabile per apprendere le altre e imparare qualsiasi disciplina”.

La ricerca scientifica, dalle scienze cognitive alla psicolinguistica alle neuroscienze, e alcuni riscontri empirici, effettuati nel quadro di vaste indagini comparative internazionali come PISA e PIRLS, dimostrano che il grado di padronanza e consapevolezza critica nell’uso della lingua materna influisce in modo spesso determinante sull’apprendimento di qualsiasi altro oggetto di apprendimento, inclusa la matematica e le scienze.

Da questo punto di vista fa riflettere il fatto che, malgrado l’attenzione posta dal Miur per coinvolgere nelle Olimpiadi dell’Italiano anche gli istituti tecnici e professionali con appositi premi ad essi riservati, la parte del leone l’abbiano fatta gli studenti dei licei (con prevalenze di quelli del liceo classico), dai quali proveniva la grande maggioranza dei finalisti, 67 su 84.

Questo conferma, in pratica, che l’italiano si insegna e si impara tuttora meglio nei licei, soprattutto classici, e che le politiche degli ultimi quaranta anni volte a rendere la scuola secondaria più ‘democratica’, meno gerarchizzata e socialmente più omogenea per quanto riguarda i livelli di apprendimento, in primis dell’italiano, sono sostanzialmente fallite.

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