Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La droga sotto il banco: abbiamo bisogno di giovani in-dipendenti

Reperire uno spinello, un grammo di cocaina o di hashish, è più semplice che trovare un panettiere aperto la domenica pomeriggio”. L’affermazione di Daniele Pinotti, studente dell’istituto “A. Locatelli” di Bergamo, non sorprende, perché tanti ragazzi delle scuole secondarie hanno vissuto la loro piccola “esperienza”, magari non diretta: alcuni certamente conoscono utilizzatori più o meno abituali, ad altri è stata offerta in discoteca o nei bagni della scuola, altri ancora hanno fatto un “tiro” in compagnia.

A questo proposito il Prof. Damiano Merlini dell’Istituto “A. Fantoni”, Clusone (BG) afferma: “Da ogni scuola si deve elevare una decisa e ferma critica verso quel pensiero “ideologico”, verso quella mentalità che sostiene superficialmente una certa idea di libertà ed emancipazione falsa poiché non fa altro che svigorire il senso critico dei giovani. Tale mentalità, di fatto, li convince che in fondo “non c’è nulla di male” o “non faccio male a nessuno”.

Certo nessun genitore, insegnante o educatore, può sostenere che il proprio figlio, o il proprio alunno, sia immune dal problema delle sostanze stupefacenti perché “è un bravo ragazzo”. “Il compito della scuola – precisa il giovane Pinotti – è informare senza preconcetti ideologici, sulle conseguenze provocate dalle diverse tipologie di stupefacenti. Insomma, mettere in guardia, ma con dialogo e apertura: il cartello affisso sui muri delle nostre scuole “no alla droga, sì alla vita” ha fatto il suo tempo, la tecnica dello “spauracchio” non ha mai portato gli effetti sperati … Non è né in rete né nella bravura a scuola di un ragazzo, ma è nelle piazze e nelle vie sotto casa. Per questo, educarci a fare scelte consapevoli, è ciò che ci aspettiamo dai luoghi educativi”.

Non vogliamo spaventare, né giustificare, ma Tuttoscuola vuole ribadire che alla questione va attribuito il giusto peso e la massima attenzione, sottolineare che il problema droga è più vicino di quanto si possa immaginare e voltare la testa dall’altra parte non aiuta.

Allora come muoversi, cosa  fare? Secondo Patrizia Graziani, “provveditore” agli studi di Bergamo, “è fondamentale avere a disposizione docenti opportunamente formati per permettere alla scuola di fare quel salto di qualità di cui ha bisogno nella prospettiva di “un’altra scuola” già anticipata in alcune aule del nostro sistema educativo, e che la questione droga mobiliti le energie di tutti”.

Forgot Password