La dispersione scolastica in dimensione europea

Al tema dell’abbandono scolastico e delle politiche per prevenirlo in Italia e in Europa è dedicata un’ampia sezione – intitolata ‘Osservatorio internazionale sull’Education’ – dell’ultimo fascicolo di Scuola democratica (n. 2/2015, maggio-agosto), quadrimestrale diretto da Luciano Benadusi e pubblicato da ‘il Mulino’.

Gli studi di caso presentati, relativi a Italia, Francia, Portogallo e Regno Unito, mostrano un panorama di politiche nazionali assai frastagliato, che solo in modesta misura trovano punti di riferimento e di convergenza nelle indicazioni e nell’impiego delle risorse provenienti dall’Unione e dalla Commissione europea, che pure da tempo considerano la lotta all’abbandono scolastico come un obiettivo di primaria importanza.

Nell’introduzione ai saggi Maddalena Colombo mette l’accento sulla diversità delle politiche, notando fra l’altro la svolta verificatasi da qualche anno in Francia, dove sono state abbandonate le strategie di carattere sistemico, ancora prevalenti in Italia e in Portogallo, per privilegiare gli interventi personalizzati, curati da appositi pool di esperti a livello distrettuale.

In comune le diverse esperienze europee qui considerate (ma sarebbe interessante estendere l’analisi ad altri Paesi del Nord Europa come quelli scandinavi) hanno alcune negatività: la confusione e a volte la sovrapposizione delle competenze, la mancanza di ‘integrazione informativa’ tra i soggetti che effettuano gli interventi, e per assurdo – quasi una nemesi beffarda – la dispersione delle risorse stanziare per la lotta alla dispersione.

La prima parte di questo numero di Scuola democratica ospita cinque densi saggi sull’attuale stato dell’università italiana e sulle sue prospettive, un ricordo del sociologo Massimo Rosati, e la consueta, corposa sezione ‘Rassegne e recensioni’ che si apre con uno stimolante contributo di Norberto Bottani.