Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’11 settembre degli scolari italiani

Mentre questa mattina viene osservato in tutte le scuole un minuto di raccoglimento per i 26 bambini e per la maestra deceduti nel crollo della scuola di San Giuliano, e si commenta il comportamento esemplare delle maestre nell’affrontare le conseguenze del sisma, già ci si interroga su un problema di fondo: come presentare questa tragedia del terremoto ai milioni di giovani alunni che l’hanno vissuta attraverso i mass media. Viene spontaneo rifarsi alla recente drammatica esperienza che New York ha dovuto affrontare un anno fa, dopo l’attentato alle torri gemelle di Manhattan: intervenire su migliaia di bambini involontari spettatori mediatici di un dramma collettivo.
Gli interventi degli psicologi e degli insegnanti americani si sono orientati su due linee contestuali: informare e rassicurare, proprio come hanno suggerito da subito anche diversi esperti italiani, tra cui il prof. Giovanni Bollea.
I bambini non vanno lasciati soli davanti all’informazione, perché, non padroneggiando le conoscenze e il contesto, spesso danno interpretazioni deformate della realtà e soprattutto delle cause dei fenomeni e delle loro conseguenze. Gli adulti, genitori e insegnanti, debbono spiegare e far capire l’evento in modo semplice, possibilmente non soffermandosi eccessivamente sugli aspetti più negativi che hanno avuto come protagonisti i bambini.
Insieme all’informazione, i bambini devono ricevere rassicurazione e affetto. Non debbono sentirsi, dicono gli psicologi, soli davanti alle loro emozioni. Un clima di più intenso affetto e la presenza rassicurante degli adulti (genitori e insegnanti) possono aiutare a superare questa fase di criticità emotiva.

Forgot Password