Invalsi 2019: gli elogi di Andreas Schleicher (Ocse)…

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Le ultime performance dell’Invalsi, spettacolari per estensione e rigore metodologico, hanno indotto Andreas Schleicher, direttore e da tempo numero uno del settore dell’Ocse che si occupa di Educazione, a dedicare all’Istituto italiano un breve ma assai elogiativo articolo (testo in inglese: https://oecdeducationtoday.blogspot.com/2019/03/italy-education-system-school-assessment-invalsi.html).

Trent’anni fa, al tempo della sua prima visita all’allora Cede (Centro Europeo dell’Educazione, 1989) “pochi avrebbero pensato che l’istituto avrebbe costruito una valutazione nazionale completa del sistema scolastico italiano”. Ma l’Italia convertendo il Cede nell’Invalsi ha fatto proprio questo, ed è uno dei pochi Paesi che sono stati in grado di operare bene e sistematicamente. Non solo: un compito ancora più difficile è quello di saper “convertire i risultati dei test in feedback significativi che possano aiutare a migliorare l’insegnamento e l’apprendimento e consentire alle scuole di diventare più efficaci”.

La strada giusta non è quella di pubblicare le classifiche delle scuole, prosegue Schleicher, perché le prestazioni degli studenti e delle scuole possono dipendere da molte variabili esterne tra cui, in particolare, il background sociale ed economico delle popolazioni studentesche, un fattore della cui influenza l’Invalsi ha saputo tener conto incrociandolo con i risultati dei test di apprendimento.

A suscitare l’apprezzamento del direttore dell’Ocse Education è soprattutto il fatto che in tal modo l’Italia ha potuto fornire ad ogni scuola una valutazione “non solo della qualità dei suoi risultati di apprendimento, ma anche del valore aggiunto rispetto alle altre scuole per il 5 °, 8 ° e 10 ° grado” attraverso la comparazione con i risultati raggiunti da scuole che operano in contesti sociali ed economici simili. “A livello individuale e scolastico queste stime di ‘valore aggiunto’ tengono conto non solo del background sociale degli studenti e dei dati demografici di base, ma anche delle traiettorie di apprendimento e dei risultati degli studenti nelle fasi precedenti, utilizzando sofisticate analisi di regressione multilivello”.

L’analisi completa dei dati pubblicata dall’Invalsi nel marzo 2019 costituisce dunque una “straordinaria risorsa per il miglioramento della scuola e lo sviluppo delle politiche, e sono sicuro che i responsabili politici e i ricercatori di tutto il mondo la leggeranno con grande interesse” anche perché mette in evidenza il fatto che i risultati dei test precedenti “tendono ad essere il più potente predittore dei risultati dell’apprendimento, ben prima del background sociale”. Per Schleicher si tratta di dati preziosi per le scuole e per i decisori politici, che possono così disporre di importanti informazioni per orientare i loro interventi (“prima conoscere, poi discutere, poi deliberare”, scriveva Luigi Einaudi nelle sue “Prediche inutili”), privilegiando quelli da effettuare in età precoce.