Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Insegnare e apprendere al tempo del virus

Cosa devono fare gli insegnanti se si decide che una classe o l’intera scuola sospendano le lezioni in aula?

Sembra che negli incontri tra i ministeri dell’istruzione e della salute si sia discusso anche di questo, ma che per ora il problema sia stato affrontato essenzialmente sotto il profilo giuridico-contrattuale (gli insegnanti, a meno che siano a loro volta ammalati, sono tenuti a presentarsi a scuola e a svolgere il loro normale orario di servizio) e dal punto di vista sanitario (misure di prevenzione per una categoria considerabile border-line in termini di rischio).

Non si sa se sia stato preso in considerazione anche l’aspetto pedagogico-didattico, che in caso di prolungata ed estesa sospensione delle attività d’aula renderebbe a nostro parere necessario e opportuno il ricorso a forme innovative di educazione a distanza, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie.

Numerose sono ormai le esperienze di questo tipo (in Italia riguardano soprattutto gli studenti ricoverati in ospedale per lunghi periodi), e in altri Paesi – soprattutto in alcuni Stati americani come la California – è ormai prassi ordinaria che una parte delle lezioni e della preparazione degli allievi venga gestita on-line. Ma qualcosa si potrebbe fare anche con metodi più tradizionali: i docenti, che comunque sono tenuti alla prestazione del servizio, potrebbero preparare dispense e  assegnare compiti, da far pervenire agli studenti tramite le famiglie, o per posta, e/o, se possibile, tramite e-mail e il sito di cui quasi tutte le scuole sono ormai dotate.

Parafrasando “L’amore al tempo del colera”, il noto lavoro di Gabriel Garcia Marquez, un programma di questo genere si potrebbe chiamare “Lo studio al tempo del virus”…

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