Indagini internazionali/5. Ma la comparazione educativa è un’altra cosa

Negli ultimi anni, anche sulla spinta della forte ricaduta mediatica delle indagini Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment), è andata crescendo nel mondo (e anche in Italia, dopo una prolungata insensibilità al tema) l’attenzione dei governi e dell’opinione pubblica per le indagini comparative internazionali. Ma è corretto parlare per questo tipo di indagini di ‘comparazione educativa’?

Il mondo accademico avanza riserve di vario genere sull’attendibilità scientifica dei risultati delle indagini e sul loro stesso impianto concettuale (riguardano, per esempio, l’eccessiva enfasi sulle competenze, la struttura delle prove, l’organizzazione dei campioni) fino a contestarne la significatività per la ricerca nel campo dell’educazione comparata.

Questo tema è al centro della riflessione che sta sviluppando da tempo la SICESE (Sezione Italiana delle Comparative Education Society in Europe), l’associazione dei comparatisti italiani presieduta dalla prof. Donatella Palomba (vicepresidente Orazio Niceforo), docente di educazione comparata nell’università di Roma Tor Vergata e nel Dottorato internazionale di Scienze dell’educazione istituito in collaborazione con l’università di Granada.

La SICESE è in questo vicina alle argomentazioni del prof. Robert Cowen, dell’Institute of Education di Londra, già presidente della CESE (Comparative Education Society in Europe), una delle massime autorità mondiali nel campo dell’educazione comparata, che sostiene che il programma Pisa, per come viene recepito dai governi nazionali, si ispira a una concezione della stessa educazione comparata “vecchia di 60 anni”: descrittivista, centrata sul confronto delle caratteristiche istituzionali per cogliere estrinsecamente analogie e differenze tra i sistemi, orientata a esportare ‘buone pratiche’ (e spesso anche cattive pratiche) ignorando il contesto che ne favorisce la realizzazione.

Ma se i decisori politici, compresi quelli che operano nelle grandi organizzazioni internazionali come l’Ocse, sono sensibili alle logiche del potere economico e politico, che in questa fase storica vedono l’egemonia degli USA e delle classi dirigenti nazionali ad essi collegate, diverso è secondo Cowen il compito della ricerca accademica in campo comparativo, per la quale anche quelle stesse logiche devono essere studiate nella più assoluta indipendenza.

Oggetto fondamentale dell’educazione comparata devono essere invece le relazioni tra i diversi sistemi, le influenze reciproche e le ricadute all’interno di ciascuno di essi di modelli, suggestioni, parole d’ordine provenienti da altri Paesi, mantenendo però sempre la consapevolezza del carattere peculiare di ciascun contesto nazionale, della sua identità, della sua storia.