In Europa l’Italia al penultimo posto per percentuale di giovani laureati

30-34enni con istruzione universitaria: l’indicatore corrisponde alla percentuale di 30-34enni che ha conseguito un titolo di studio terziario, ovvero: lauree a ciclo unico di 4 anni e più, lauree triennali di primo livello, lauree specialistiche di secondo livello, diplomi universitari di 2/3 anni, diplomi di scuole dirette a fini speciali e di scuole parauniversitarie, diplomi di Accademia (Belle Arti, Nazionale di arte drammatica, Nazionale di Danza), diplomi di Istituto superiore industrie artistiche, diplomi di Conservatorio di musica statale e di Istituto di musica pareggiato.

Secondi i dati di “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, pubblicato dall’Istat, in Europa nel 2016 i laureati di età compresa tra i 30 e i 34 anni sono stati il 39,1% (uomini al 34,4% e donne avanti di quasi dieci punti con il al 43,9%).

L’Italia con il 26,2% è un terzo sotto ai coetanei europei. Peggio dell’Italia soltanto la Romania, mentre tra gli altri Paesi con percentuali più elevate di laureati c’è il Regno Unito (48,1%), la Francia con il 43,6%, la Spagna con il 40,1% e la Germania con il 33,2%.

In Italia, come in Europa, le donne laureate sono in percentuale di gran lunga maggiore degli uomini: 32,5% contro il 19,9%.

Rispetto al 2016 la percentuale è salita dal 26,2% al 26,9% del 2017; con riferimento al 2004, quando la percentuale era stata del 15,6%, l’incremento in questi anni è stato notevole, ma, comunque, insufficiente per avvicinarsi all’Europa.

Per quanto riguarda le regioni italiane, rispetto alla percentuale del 39,1% di laureati europei del 2016, è la provincia di Trento, con il 35%, a posizionarsi ai livelli europei.

Sono, comunque, le regioni del Centro Italia ad avere la più alta percentuale di laureati con il 31%, mentre il Mezzogiorno si attesta al 20,7%, con la Sicilia, fanalino di coda, che non va oltre il 18%, precedendo la Campania con il 19,7%.