Il recupero dei debiti inguaia l’anno scolastico

Da decenni il calendario scolastico italiano prevede l’inizio al 1° settembre e la conclusione al 31 agosto successivo. Sono termini con i quali si misurano le anzianità di servizio del personale, l’inizio e il termine dei contratti di lavoro e dei trasferimenti di sede, le assunzioni e i pensionamenti.

Il ddl del ministro Gelmini ne propone la modifica con posticipo di 10 giorni, in modo da far iniziare l’anno il 10 settembre e terminarlo il 9 settembre dell’anno dopo. La ragione di tale modifica discende dal nuovo istituto del recupero dei debiti scolastici e dalla necessità che lo scrutinio, sospeso a giugno, venga espletato all’interno dell’anno scolastico per essere valido.

Spostando di dieci giorni il termine attuale dell’anno scolastico, verrebbe dato modo di sostenere gli accertamenti dei debiti superati e dello scrutinio a settembre all’interno del vecchio anno scolastico, utilizzando anche i docenti della classe non ancora assegnati ad altra sede o pensionati. 

Il ddl prevede infatti che per la sola scuola secondaria di II grado Nel periodo compreso tra il 1° ed il 9 settembre si svolgono anche le verifiche e l’integrazione dello scrutinio finale, a conclusione del quale gli alunni sono ammessi o non ammessi alla classe successiva.

In questo modo, però, la programmazione del piano di lavoro dei docenti dei diversi ordini di scuola, che normalmente si svolge dall’inizio di settembre all’avvio delle lezioni, salterebbe quasi tutta, con l’effetto di regalare dieci giorni di ferie in più, a meno di avviarla con una parte di insegnanti che da lì a poco non saranno più nella stessa sede e nel medesimo istituto.

 Forse vale la pena che il provvedimento riguardi solamente gl istituti superiori e sia limitato a quest’anno, in attesa di trovare soluzioni più adeguate.