Il fronte sindacale si compatta. Contro Azzolina

Era forse dai tempi del megasciopero contro la ‘Buona Scuola’ (5 maggio 2015) che non si vedeva una così forte convergenza dei sindacati scuola contro il governo, stando almeno all’inusitata durezza del comunicato congiunto sottoscritto dai cinque sindacati al termine del confronto con i tecnici del Ministero sulla scottante materia del reclutamento e delle abilitazioni.

Nel comunicato, sottoscritto da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, si parla di “totale chiusura rispetto alle proposte dei sindacati” e di “totale indisponibilità” del Ministero a dare seguito alle intese già intervenute, “a partire da quella del 24 aprile scorso a Palazzo Chigi (quando alla guida del Miur era il ministro Bussetti, NdR) e successivamente in quelle con i ministri dell’Istruzione e Ricerca, riassunte nei verbali di conciliazione del dicembre scorso”. I riferimenti all’allora, e tuttora, presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Bussetti e Fioramonti sono chiari, ed è come se all’attuale ministra Azzolina fosse rimproverato di non conoscere quegli accordi, o di non volerli rispettare.

La risposta a caldo del Ministero: “Desta stupore la posizione espressa dalle Organizzazioni Sindacali al termine del tavolo tecnico che si è tenuto oggi, a fronte di un governo che sta per assumere quasi 70mila docenti attraverso i vari bandi di concorso in preparazione. Bandi che devono partire subito per consentire le immissioni in ruolo”. Una rottura decisa “nonostante un tentativo di trattativa e l’accoglimento di metà delle questioni portate al tavolo odierno”.

Tuttoscuola ha ricostruito la dinamica di quanto avvenuto evidenziando il rischio che la ‘mobilitazione’ annunciata unitariamente dai cinque sindacati finisca per ritardare la pubblicazione dei bandi dei concorsi, danneggiando i precari in attesa ma anche arrivando con Azzolina a una situazione di scontro che non si era verificata con i precedenti ministri. Un aiuto alla ministra non viene neppure dal suo vecchio sindacato di appartenenza, l’Anief, che preferisce polemizzare con le altre organizzazioni: “Bisognava arrivare al 30 gennaio 2020 per capire che al ministero si vuole continuare, imperterriti, a trattare i precari della scuola come i figli di un dio minore? Dove erano questi sindacati, ad iniziare dai Confederali, quando l’Anief nel 2019 ha proclamato una decina di manifestazioni e cinque scioperi nazionali, a febbraio, marzo, due volte a maggio e lo scorso 12 novembre?”.

Indubbiamente una grossa grana politica per la ministra Azzolina, ma per lei anche un’occasione per mettersi alla prova.