Violenza a scuola: il crescendo rossiniano delle aggressioni ai docenti

La delicata questione delle aggressioni agli insegnanti, giorno dopo giorno, tende a dilatarsi in una sorta di crescendo rossiniano tra preoccupazione, bullismo ed emulazione.

Tuttoscuola ha attivato un contatore ( https://www.tuttoscuola.com/insegnanti-sotto-attacco-1-il-contatore-di-tuttoscuola/) che dal 1° settembre ad oggi ha registrato 32 aggressioni a docenti da parte di genitori o alunni, quale punta di un iceberg che nasconde probabilmente un sommerso ancora più preoccupante.

La preoccupazione per questo fenomeno in crescita coinvolge anche il mondo sindacale con Gilda che vi ha dedicato un convegno nazionale a Grosseto dal titolo emblematico “Giù le mani dagli insegnanti” e con i Cobas che hanno costituito “Un Pronto Soccorso contro le violenze e il mobbing nei confronti dei/delle docenti” per offrire un intervento sindacale e legale nelle scuole coinvolte, mettendo a disposizione gli avvocati per le cause civili e penali.

Nel mese scorso, per iniziativa della Cisl-scuola c’era stato a Palermo, sede dell’ennesima aggressione a un docente, un flash mob di abbraccio alla scuola, con la segretaria generale Maddalena Gissi che aveva invitato a fare squadra per superare la crisi della società.

Non diversa la posizione della CGIL-Scuola che ad aprile ha dichiarato che si costituirà parte civile nei casi di aggressione.

Il segretario della Uil-scuola, Turi, aveva ipotizzato anche una fiaccolata davanti al Parlamento.

Sulle cause di questo fenomeno da ricercare nella crisi della società sono tutti d’accordo (o quasi), con l’eccezione dei Cobas che individuano “il punto-chiave nell’immiserimento materiale e culturale della scuola e nella conseguente delegittimazione e annichilimento della funzione docente operati a partire dalla catastrofica filosofia dell’”autonomia scolastica” e della “scuola azienda”.