I quattro mesi di passione di Fioramonti: meteora o astro nascente?

A scuole chiuse, e proprio nel giorno di Natale, come aveva promesso di fare se non avesse ottenuto lo stanziamento di almeno 3 miliardi per il Miur nella legge di Bilancio, Lorenzo Fioramonti, ministro della pubblica istruzione del governo giallo-rosso, si è infine dimesso. È stato indubbiamente coerente con quanto dichiarato fin dal momento della sua nomina.

A posteriori, però, anche alla luce della sua decisione di lasciare il Movimento 5 Stelle per fondare, come sembra, un nuovo partito denominato “Eco” (radice comune di Economia ed Ecologia, i due interessi profondi del professore), è netta l’impressione che l’ex ministro abbia intenzionalmente radicalizzato le sue posizioni su varie materie proprio per combattere e vincere una battaglia politica: o all’interno del M5S, condizionandone la linea politica in senso ecologista e ambientalista, o all’esterno del Movimento in caso di rifiuto della sua proposta. Proposta che peraltro, a quanto lui stesso ha detto a Concita De Gregorio (Repubblica, 6 gennaio 2020), non è stata neppure discussa, perché all’interno del M5S si è verificata “L’impossibilità di un confronto critico. Non è ammesso il dissenso, non c’è ascolto. O si tace o si esce”.

Fioramonti è dunque uscito, come altri parlamentari, ma con l’intenzione di fondare un nuovo movimento (o forse partito) che dia spazio alle sue idee. L’ex ministro pensa in grande: “Serve un’alleanza di governi che puntino al benessere sociale e ambientale, non alla crescita del Pil. Ci sono quattro governi che hanno preso a modello i miei lavori accademici, le mie proposte: Scozia, Finlandia, Nuova Zelanda, Islanda. Quattro giovani donne coraggiose. Volevo provare a farlo anche in Italia”.

Il progetto di Fioramonti, che è giovane (42 anni), si svilupperà probabilmente in un arco temporale pluriennale. Ma intanto, anche nell’attuale contesto, è a suo avviso possibile promuovere “una forza dentro il Parlamento che rappresenti i valori ambientali ecologisti moderni”. Una forza trasversale, un intergruppo, ma senza escludere la formazione di un gruppo autonomo: “Ora arrivano moltissime sollecitazioni da parlamentari del Pd, di Leu, del misto e del Movimento”, ha detto l’ex ministro: “La formazione di un gruppo parlamentare dipenderà da quanti saremo, alla fine”.

Vedremo. Per ora è troppo presto per dire se il destino politico di Fioramonti sarà quello di una meteora o quello di un astro nascente.