Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

I linguaggi della fede: come parlarne con i tuoi studenti

di Martina Bocchi

“Quando mi abbasso troppo sulla terra però torna la nostalgia dell’altezza, delle stelle; quando sto con le stelle mi afferra la nostalgia degli abissi, della terra, dei fuochi nelle case. Sarà perché sono fatto per unire quei due mondi”.

L’unità di apprendimento prende l’avvio con la visione di un cortometraggio che provoca nei ragazzi la riflessione su un sogno che da sempre ha avuto l’uomo: volare. Il mito di Icaro, figlio di Dedalo è la metafora senza tempo, il simbolo di colui che vuole sfidare i limiti della propria natura e realizzare il sogno di libertà.

L’insegnante, dopo aver guidato l’analisi  della parola “simbolo” (dal greco syn “con” e ballein “mettere insieme”) che rimanda all’idea di far combaciare nuovamente due parti dapprima unite e poi divise, condividerà con la classe il significato principale di alcuni simboli religiosi, soffermandosi sui significati simbolici dell’albero inteso come immagine dell’esperienza umana, ma anche come punto di incontro privilegiato tra l’uomo e il trascendente. Vengono prese in esame diverse metafore bibliche: dall’albero della vita  all’albero della conoscenza in Genesi, dalle querce di Mamre nell’esperienza di Abramo, alla parabola del granello di senape nel Vangelo di Matteo oppure alla similitudine della vigna in quello di Giovanni. A partire dalla riflessione sul linguaggio espressivo della fede (simboli, preghiere, riti…), gli studenti sono invitati a individuarne le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.

Il percorso laboratoriale si conclude con la presentazione ai compagni, in forma grafico creativa, di una delle immagini-simbolo a scelta, realizzando poi un puzzle in modalità “drag & drop” con una pertinente spiegazione.

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