I conti che non tornano: 2001, l’eredità dell’Ulivo

Di cifre sul disavanzo dei conti del MIUR, su ipotetici buchi da coprire, se ne sono sentite molte. Cerchiamo di capire come stanno realmente le cose.
Nell’esercizio 2001 lo sfondamento della spesa dell’istruzione rispetto alla previsione è stato di 6,1 miliardi di euro. Lo ha attestato la Corte dei conti nel rapporto annuale sul consuntivo 2001 uscito il 26 giugno scorso, nel quale ha puntato il dito soprattutto sulle spese per il personale.
Di chi la responsabilità di questo buco? Certamente il ministro Moratti, entrata in corsa a metà 2001, ha trovato una situazione già compromessa. Peraltro, a voler essere pignoli, alcune sue decisioni hanno contribuito a rendere più pesante la situazione: ad esempio il decreto legge n. 255/2001 per l’avvio dell’anno scolastico congelò anche in caso di riduzione della popolazione scolastica il numero delle classi già autorizzate con la determinazione degli organici e autorizzò i dirigenti scolastici a istituire, per sopravvenute indispensabili esigenze, nuove classi (una spesa senza copertura). Si può stimare in circa 10 mila unità di personale in più la conseguenza di questa decisione, che a un costo medio di 35 mila euro all’anno a docente fa 350 milioni di euro di maggior onere. Una piccola parte del disavanzo ereditato.