I Comuni e gli anticipi di iscrizione

Come avevamo anticipato nella scorsa edizione (vedi TuttoscuolaNEWS n. 41 dell’11 marzo), i Comuni e le Comunità montane hanno ottenuto innanzitutto il riconoscimento politico e istituzionale (art. 1) che, sulla base dei nuovi articoli costituzionali, legittimamente invocavano; ma anche – più pragmaticamente – alcune garanzie per l’attuazione degli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria.
All’art. 7 del disegno di legge è stato infatti inserito, su loro richiesta, che gli anticipi di iscrizione avvengano “compatibilmente con la disponibilità dei posti e delle risorse finanziarie dei Comuni, secondo gli obblighi conferiti dall’ordinamento e nel rispetto dei limiti posti alla finanza comunale dal patto di stabilità”.
Quello che può sembrare un aspetto meramente finanziario e organizzativo contiene invece anche un elemento di rilevanza politica e istituzionale, perché la compatibilità di posti e di risorse assegna un ruolo rilevante ai Comuni, che si inseriscono come “authority” nell’organizzazione scolastica.
C’è da precisare tuttavia che l’eventuale intervento dei Comuni riguarderà solamente l’aspetto logistico degli anticipi di iscrizione, conseguente alla eventuale necessità di nuove aule o nuove strutture. Ovviamente nei casi di iscrizioni che vengono assorbite all’interno delle sezioni o delle classi già costituite il problema di oneri aggiuntivi e di compatibilità di posti non si pone.
Resta invece rimandata la questione che più da vicino interessa le famiglie degli “anticipazionisti”: quando ci si deve iscrivere per il prossimo anno? Con tutta probabilità, solo a legge definitivamente approvata (giugno-luglio?) il ministero potrà riaprire le iscrizioni alle prime classi di primaria e a quelle della scuola dell’infanzia per i nati entro il 28 febbraio.