Graduatorie Provinciali Supplenze: si naviga ancora in alto mare

Quel che sta succedendo a Milano dove alcuni sindacati provinciali hanno diffidato e messo in mora il dirigente provinciale, l’ex-ministro Marco Bussetti, per la gestione delle nuove graduatorie provinciali per le supplenze dei docenti, è lo specchio di un’operazione ministeriale (le GPS, appunto) che è stata discussa da molti anche per i tempi tardivi. Le accuse che tre sindacati milanesi, (Cgil-scuola, Uil-scuola e Gilda), hanno mosso verso Bussetti, sono da ascrivere complessivamente non al suo operato, bensì alle procedure e alla tempistica definite dal ministero dell’istruzione.

Il fatto che la diffida non sia stata sottoscritta anche dalla Cisl-scuola e dallo Snals di Milano può essere la prova che, pur condividendo probabilmente l’accusa di ritardi ed errori nella definizione delle graduatorie, i due sindacati non firmatari hanno ritenuto che la sostanziale responsabilità di quello che viene indicato come il pasticciaccio delle GPS sia da ricercare a Roma anziché a Milano.

È senza dubbio di questo parere anche il sen. Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega che alcuni giorni fa non ha esitato a dichiarare che “La norma del ministro Azzolina sulle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) è da buttare. La gravità degli errori e delle forzature presenti nel provvedimento aggiunge ulteriori difficoltà alla definizione dell’organico docenti in piena emergenza Covid con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”.

Le difficoltà di cui parla Pittoni sono riferite ai numerosi errori dei punteggi, alle chiamate sospese in diverse province, alle numerose proteste dei docenti precari che non hanno avuto modo di far correggere i punteggi da loro ritenuti sbagliati o che sono retrocessi in graduatoria rispetto agli scorsi anni a causa della modifica dei punteggi. A Napoli le GPS sono state addirittura ritirate.

Le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti sono riferibili al fatto che per le nomine effettuate pende, in molti casi, il rischio di revoca con nuovi nominati. Ma soprattutto vi è il ritardo preoccupante delle nomine, con il risultato che in molte scuole, a causa delle cattedre vuote per il docente ancora da nominare, le lezioni funzionano a orario ridotto. Senza piani B.