Gli organi collegiali non funzionano? La colpa è dell’autonomia…

Ci scrive, firmandosi come una mamma cittadina italiana, una lettrice che riprende il precedente intervento di Giuseppe Richiedei, sul ruolo dei genitori negli organi collegiali.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Buonasera,

non posso che trovarmi d’accordo riguardo alle difficoltà che noi genitori incontriamo quando vogliamo offrire la nostra partecipazione adulta e competente. Spesso è difficile anche comprendere come una “Autonomia scolastica” possa contrapporsi alla leggi dello stato. Ad ogni osservazione, la risposta della nostra scuola pubblica è che “nella loro autonomia, possono farlo”.

Ho raggiunto la convinzione, che ancor prima di ogni riforma, la nostra scuola pubblica è stata avvelenata proprio dalla legge sull’autonomia scolastica, che non pone limiti netti tra il potere e gli obblighi verso l’utenza della dirigenza scolastica. Certo si può ricorrere al T.A.R o al Direttore Regionale. Peccato che per il ricorso è necessario rivolgersi ad un avvocato (che bisogna pagare) e il Direttore Regionale (almeno quello della Regione Piemonte) non ha risposto alla richiesta d’aiuto inviata regolarmente con A.R. e nonostante i solleciti telefonici e la normativa vigente.

Anche in questo settore, abbiamo troppa politica (e spreco) e poca scuola. Se un tempo i sondaggi rilevavamo una netta differenza tra le scuole del nord e quelle del sud, adesso possiamo sentirci soddisfatti del traguardo raggiunto: le differenze ora sono ovunque, anche tra scuole di comuni confinanti.

La scuola si sta disintegrando e l’utenza è convinta che sia “Tutta colpa della Gelmini”. L’autonomia, priva di controllo e chiarezza, ha permesso la violazione delle scelte familiari (esempio: all’atto dell’iscrizione alla prima primaria avevamo scelto per nostro figlio le 27 ore; l’anno seguente siamo stati obbligati senza mai essere stati coinvolti alle 28 ore, in terza siamo arrivati alle 30 e quest’anno siamo obbligati alle 40 ore anche se in classe una alunna -solo una- continua a svolgere le 30 ore), favorendo la prepotenza.

Con rammarico, una mamma cittadina italiana.

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