Giustizia in educazione/1. Un confronto a Montecitorio

Una scuola per tutti. Dopo la 107/15 politiche per la giustizia in educazione” è stato il titolo scelto da Milena Santerini, deputata del gruppo ‘Per l’Italia-Centro democratico’ e nota pedagogista, per l’incontro da lei promosso lo scorso 22 gennaio presso la Camera dei Deputati.

Al convegno, articolato in tre sessioni (formazione docenti, valutazione,  modello di scuola) hanno partecipato parlamentari ed esperti, tra i quali il direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra, il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto, il direttore dell’Invalsi Paolo Mazzoli e il prof. Italo Fiorin, della Lumsa, coordinatore del comitato scientifico nazionale per le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. Ha introdotto i lavori il sottosegretario al Miur Davide Faraone.

Al centro del confronto il tema, del quale Santerini si è a lungo occupata anche come ricercatrice, della prevenzione e del contrasto dell’insuccesso e della dispersione, fenomeni che per la loro consistenza evidenziano già di per sé il mal funzionamento di un sistema scolastico come quello italiano, la sua incapacità di essere una “scuola per tutti”.

È la legge 107 del 2015 in grado di modificare sostanzialmente questo quadro di grave iniquità della nostra scuola che negli ultimi 15 anni ha visto quasi 3 milioni di studenti abbandonare la scuola secondaria superiore statale (il 29% di coloro che si erano iscritti al primo anno)?

Impresa difficile, tenuto anche conto dei limiti della stessa legge 107, che pone sì l’inclusione e la lotta alla dispersione tra gli obiettivi prioritari dell’offerta formativa e dei PTOF, ma all’interno di un lungo elenco di altri obiettivi. E non si può dire che ai temi della dispersione e dell’inclusione venga attribuita una qualche forma di precedenza rispetto agli altri.