Girls Code It Better: al via le candidature delle scuole per l’a.s. 2018-19

Al via la quinta edizione del progetto Girls Code It Better, lanciata dall’Agenzia per il lavoro Maw Men At Work Spa: l’iniziativa, sviluppata per avvicinare alla tecnologia le alunne delle scuole secondarie di primo grado in vista di una scelta più consapevole della scuola superiore, torna per l’anno scolastico 2018-19. Il progetto finora ha coinvolto 1.920 le ragazze di prima, seconda e terza media e 70 docenti, per un totale di 4.410 ore di laboratorio in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana. Nel prossimo anno scolastico il progetto sarà avviato anche in Piemonte. Le scuole interessate possono inviare la loro candidatura attraverso il form presente sul sito dedicato http://www.girlscodeitbetter.it/#!/home

“Girls Code it Better è uno strumento importante per combattere l’influenza degli stereotipi culturali che identificano nelle materie STEM (ovvero Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) aree che sarebbero ‘meno adatte’ alle donne, con gravi conseguenze sulla presenza femminile in settori che offrono importanti opportunità di lavoro – spiega Francesco Turrini, amministratore delegato di MAW Men At Work – L’iniziativa consente anche alle ragazze di crescere a livello personale ottenendo competenze legate al lavoro di gruppo, alla creazione di progetti e alla collaborazione, grazie all’utilizzo del metodo ‘Lepida Scuola’, che si basa su un apprendimento per problemi e progetti”.

Il progetto Girls Code it Better prevede la formazione in ogni scuola di un “Club” di studentesse, impegnato in un percorso di circa 4 mesi e 45 ore di incontri in orario extra-scolastico, guidato da due figure: un coach-insegnante, individuato dalle scuole, e un coach-maker, esperto in aree come la progettazione e la stampa 3D, individuato, invece, da MAW. L’Agenzia cura poi la progettualità, la formazione per l’insegnante-coach e l’accompagnamento complessivo delle attività.   

Le ragazze scelgono un progetto e lo realizzano in tutte le sue fasi, con risultati sorprendenti – spiega Turrini – Negli anni scorsi abbiamo visto, ad esempio, robot da usare come punto informativo per gli studenti della scuola, bidoni intelligenti per la raccolta differenziata destinati alla mensa scolastica, siti web anti-bullismo, zaini intelligenti, biciclette smart, distributori di cibo per uccellini, pulsante per prenotare gli interventi in classe”.

In ogni laboratorio 20 ragazze, su mandato della scuola, affrontano infatti un tema e l’elaborazione di un progetto che preveda lo sviluppo di un’area tecnica strumentale scelta tra schede elettroniche e automazione; progettazione, modellazione e stampa 3D; web design e web development; programmazione app e gaming.

In ogni laboratorio il coach docente e il coach maker, in compresenza, agevolano la scoperta degli strumenti e alimentano la creatività con il sostegno della metodologia di Lepida Scuola: imparare a imparare, risolvere problemi, lavorare in team, esercitare il pensiero critico, comunicare sono le competenze chiave che le ragazze sono chiamate a esercitare. “La misurazione dell’impatto del progetto sul percorso scolastico delle ragazze e sull’intera scuola ci aiuterà a delineare percorsi sempre più efficaci ed entusiasmanti” sottolinea Turrini.

Gli stereotipi di genere negli studenti adolescenti

Nell’ambito del progetto Girls Code It Better è stato raccolto un questionario al quale hanno risposto circa 900 studenti delle scuole secondarie di primo grado che hanno aderito al progetto durante l’anno scolastico appena concluso (2017-18): i dati fanno emergere come gli stereotipi di genere siano fortemente insinuati in ragazzi e ragazze sin dall’adolescenza. 

Agli studenti è stato chiesto se l’appartenenza a uno dei due sessi sia determinante per svolgere al meglio alcune professioni. Metà degli studenti, sia maschi e sia femmine, ritengono che per fare l’ingegnere o il politico sia importante essere uomini, mentre la restante metà ritiene che il sesso non sia rilevante per svolgere al meglio l’occupazione. Interessante osservare come lo scenario sia ribaltato per le professioni dell’insegnante e dell’infermiere, con più del 40% degli studenti che ritiene sia determinante l’appartenenza al sesso femminile per svolgere queste occupazioni. 

Dal questionario emerge, inoltre, che le associazioni stereotipiche tra un percorso scolastico e genere siano correlate con l’interesse che gli studenti manifestano per la scuola superiore. A livello individuale, ragazzi e ragazze rivelano un interesse maggiore per i percorsi scolastici che loro stessi associano maggiormente con il proprio sesso. Infine, i dati raccolti rilevano come l’associazione tra genere femminile e alcuni istituti, come ad esempio Liceo Classico e delle Scienze Umane, aumenti durante gli anni dell’adolescenza, un periodo di forte sviluppo della propria identità.