Giannini al Tg1: Ricerca priorità del Paese, al pari dell’istruzione

Entro fine febbraio presenteremo le nostre proposte, come ministero, per quel che riguarda la ricerca. Un settore che io ritengo, al pari dell’istruzione, una priorità per le politiche di questo Paese“. Lo ha detto il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, ai microfoni di Rai 1.

Lo stato di salute della ricerca italiana non è così grave come si pensa – ha aggiunto il ministro – Diciamo che più che malata, la ricerca italiana è convalescente. È un organo sano e robusto che ha avuto e sta avendo momenti di crisi“. I numeri tuttavia parlano chiaro: “Il nostro Paese ha investito nella ricerca- in termini di soldi pubblici- solo l’1% la metà della media europea. Stesso discorso per quel che riguarda il privato. Appena lo 0,6% di fondi investiti e anche in questo caso la media europea è il doppio. E ci limitiamo a fare paragoni con gli altri paesi dell’Ue, tralasciando il nord America o il Giappone che hanno medie che ci farebbero ‘impallidire’“.

Il ministro ha quindi ribadito l’importanza di mettere la ricerca in cima alla scala delle priorità: “La ricerca è il futuro, lo ritengo non solo io ma anche il premier Renzi. Dal canto nostro stiamo già mettendo in campo i primi provvedimenti, cercando di svincolare le università dai vincoli per le assunzioni. Quelle che hanno un bilancio sano avranno più autonomia per le assunzioni di giovani docenti e ricercatori, così come avviene all’estero. Noi– ha concluso Giannini- abbiamo la ‘mania’ dei concorsi. Tra gli obiettivi di questo Governo c’è anche quello di liberalizzare le modalità dei concorsi“.

Nella stessa occasione, il ministro ha anche rassicurato “i partecipanti al ‘concorsone’ del 2012” (“Con il decreto ‘Buona scuola’ arriveranno le assunzioni e non solo: con lo stesso provvedimento bandiremo un altro concorso nel 2015/16“) e confermato il potenziamento dei percorsi di scuola-lavoro (“Stiamo lavorando affinché tutti i ragazzi delle scuole tecniche italiane facciano almeno 200 ore di stage nelle aziende. A tal proposito mi preme fare un appello a quelle italiane: non vedete i giovani in azienda come una perdita di tempo, bensì come una risorsa da formare e valorizzare“).