Genitori e insegnanti democratici contro i compiti a casa

Vacanze di Pasqua, seguite dal lungo ponte del 1° maggio. Tempo di vacanze, quindi, ma anche di compiti a casa. Una preoccupazione per molti studenti e anche per i genitori, considerati da alcuni utili per consolidare i saperi acquisiti, ma da molti ritenuti comunque troppi e, spesso, inutili.

”I compiti a casa sono un assurdo logico, prima che pedagogico”. Non ha dubbi Maurizio Parodi, del Coordinamento Genitori democratici (CGD) e autore del libro ‘Basta compiti! Non è così che si impara’. A suo giudizio ”I compiti a casa sono inutili se non dannosi”. Quindi ”non vanno dati, perchè discriminanti e anche perchè indiscriminati

”Le vacanze – spiega Parodi all’Adnkronos – sono vacanze per gli studenti (non per i professori perchè in quel caso si chiamano ferie), e servono per garantire una ‘ricreazione’ sostanziale delle energie dei ragazzi. I compiti al contrario infliggono un inutile supplizio a studenti e genitori dando una dimostrazione di ipocrisia sociale. I ragazzi con famiglie culturalmente attrezzate possono affrontare l’impegno domestico con serenità, ma per chi non trova sostegno nelle figure parentali – e magari ne debba subire la latitanza – le difficoltà derivanti dallo svolgimento dei compiti assumono ben altra consistenza”.

Anche il CIDI, centro di iniziativa democratica degli insegnanti, prende posizione sulla questione. ”Sono da sempre contrario ai compiti a casa – spiega il presidente Giuseppe Bagni – soprattutto se questi sottintendono la prosecuzione della scuola quando questa non c’è. Meglio invitare i ragazzi a leggere un buon libro e a discuterne poi con la classe al rientro dalle vacanze. “E’ necessario – aggiunge  Bagni – cominciare a capire che occorre modificare il modo di apprendere”, che deve diventare “più interattivo”.