Gelmini: ‘Studiare Costituzione ed educazione alla cittadinanza digitale’

Trovo giusto che oggi si voglia attribuire un orario dedicato alle lezioni di educazione civica. Credo che il ministro Bussetti abbia avuto una buona intuizione, modificando l’esame di maturità con l’introduzione della Costituzione tra le materie di studio. E’ un qualcosa a cui ci richiama in molti suoi interventi il presidente Mattarella e mi auguro che la trasversalità di questa proposta aiuti il Paese a vedere nel Parlamento non solo forze contrapposte che litigano, ma anche la capacità di trovare una sintesi su un tema fondamentale come la nostra Costituzione”. 

E’ una delle poche volte in cui torna a parlare di scuola. E lo fa con la passione e la determinazione di quegli anni, quando la politica del ministero dell’Istruzione la decideva lei. Mesi e mesi di durissime battaglie, per cercare di cambiare qualcosa, di restituire dignità al mondo dell’educazione, di evitare sprechi, di razionalizzare la spesa, di ammodernare le strutture e l’insegnamento. Adesso Mariastella Gelmini è presidente dei deputati di Forza Italia, ma quegli anni in viale Trastevere li ricorda ancora benissimo,  quando i docenti le furono aizzati contro, più per ragioni politiche che per le riforme che voleva attuare. Il tempo – che è galantuomo – su molte cose le ha dato ragione. Ma la politica – che è spietata – l’ha portata ora su altre sfide. E lei ci si è buttata dentro con tutta la sua grinta.

A farla decidere che bisognava tornare in campo, la proposta di reinserire l’educazione civica tra le materie scolastiche. E con essa l’educazione alla solidarietà, l’educazione stradale e l’educazione alla salute. Le proposte di legge sono attualmente all’esame della commissione cultura della Camera: c’è un testo base con primo firmatario il deputato della Lega Massimiliano Capitanio (la leghista Angela Colmellere è relatrice del provvedimento) e poi ci sono i testi abbinati:  della senatrice Barbara Floridia del M5s, di Romina Mura del Pd, di Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia, di Alessandro Fusacchia di +Europa-Gruppo misto e poi, appunto, quello di Mariastella Gelmini di Forza Italia. Abbinato anche il progetto di legge di iniziativa popolare lanciato dall’Anci, l’associazione dei Comuni italiani.

  • Onorevole Gelmini, lei sa bene che l’insegnamento dell’educazione civica ha sempre avuto risultati deludenti. La formazione alla cittadinanza, nelle sue varie denominazioni, non ha mai preso corpo, perché non si è mai risolto il problema dell’identità concreta di questo insegnamento.

“Noi l’avevamo introdotto nei curricola scolastici nel 2008, con le legge 169. L’avevamo immaginato come una materia trasversale, ma senza che gli fossero dedicate delle ore precise. Questo ha determinato il fatto che non ha avuto quella incisività e quella efficacia che ci aspettavamo. Adesso ripartiamo proprio da questo punto, dedicando all’educazione alla cittadinanza delle ore specifiche. In questo ci è poi  venuto in aiuto il ministro Bussetti, che ha proposto di introdurla nell’esame di maturità”.

  • E ora si riparte con un consenso trasversale che in questo clima politico nessuno si aspettava….

“La cosa importante è proprio questa. In una stagione caratterizzata dai divisioni e contrasti su tutto, la cosa bella è che ci sia un approccio unitario, trasversale, una condivisione che va oltre gli schieramenti. In questo senso, penso che ci abbiano aiutato le parole del presidente Mattarella, che su questo tema è sempre stato molto, molto sensibile. Speriamo che questo possa anche accelerare l’iter della proposta”.

  • Quale sarà il suo contributo? 

“Riguarda in particolare l’educazione alla cittadinanza digitale. Perché penso che internet non possa rappresentare una zona franca o una arena in cui vengono meno i principi e i valori della Costituzione. E io mi auguro che, attraverso una alleanza che dobbiamo rafforzare tra la scuola, la famiglia e tutti gli operatori, si possa dare vita a una convenzione dell’educazione alla cittadinanza, anche digitale, perché non si smette mai di essere cittadini, anche quando si naviga su internet o si utilizzano i social network. Oggi i nostri ragazzi sono tutti nativi digitali, abituati all’utilizzo e alla presenza in rete, che costituisce una grande opportunità, uno strumento straordinario, che richiede però anche la necessità di garantire nuovi diritti, come quello alla privacy, all’oblio, la lotta al cyberbullismo. Da qui la necessità di partire dalla scuola per formare dei cittadini consapevoli dei diritti costituzionali, ma anche dei cittadini digitali. Insomma io ho provato a dare a questa materia una veste un po’ più nuova e più moderna, perché i ragazzi devono sì leggere la Costituzione, ma devono pure praticarla”. 

  • Tuttoscuola aveva avanzato una proposta: che il 16 marzo di ogni anno, in tutte le scuole, fosse dedicata almeno un’ora di educazione civica alla figura, all’insegnamento e al sacrificio di Aldo Moro, interprete della cultura del dialogo e delle tolleranza.

 “E’ una bellissima idea, perché Moro è stato colui che l’ha introdotta. Sarei assolutamente d’accordo”.