Gelmini: ‘Caos cattedre anche l’anno prossimo. Non capisco il Miur’

Quest’anno ben due milioni e mezzo di studenti (circa un terzo del totale) hanno cambiato insegnante, e agli alunni con disabilità è andata anche peggio. Ci sono scuole che hanno visto alternarsi ben 27 docenti di sostegno in pochi mesi , e non si tratta di casi isolati. E la continuità didattica? Assente. A portare alla luce le proporzioni di questa drammatica situazione sono stati i due dossier di Tuttoscuola, “Mobilità 2017 – Il grande caos, atto secondo: e agli studenti chi ci pensa” e “Mobilità docenti di sostegno 2017: lo tsunami che colpisce gli alunni disabili”. L’on. Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione dal 2008 al 2011 – un periodo di riduzione degli organici e di cambiamenti organizzativi, ma anche di abbassamento del tasso di precarietà – ha commentato i nostri dati. E non ci è andata per niente leggera.

Il nostro dossier, rilanciato anche dal Corriere della Sera e da molti altri media, denuncia il valzer delle cattedre: 2 milioni e mezzo di studenti hanno cambiato professore, a scapito della continuità didattica penalizzata da questo caos della mobilità. Qual è il suo giudizio?
“La realtà ha superato ogni peggiore previsione. Ma era già tutto scritto nella legge della cosiddetta ‘Buona Scuola’, perché è davvero incredibile che un piano così straordinario di immissioni in ruolo possa essere pensato e fatto senza un’accurata e preventiva analisi di quelle graduatorie ad esaurimento che si intendevano eliminare, e che invece sono ancora vive e vegete. Era altrettanto prevedibile che la possibilità di rimanere in una sede più vicina al proprio domicilio attraverso l’organico del potenziamento, unita alla mobilità straordinaria, non avrebbe fatto altro che ipotecare la continuità didattica dell’anno successivo: i docenti immessi in ruolo in sedi più distanti da quelle preferite non si sono fatti sfuggire la possibilità di presentare domanda per la mobilità e tornare a casa. A questo, si è poi aggiunto il fenomeno delle assegnazioni provvisorie. Insomma, le ragioni del mancato rispetto della continuità didattica risalgono all’impianto stesso della legge sulla buona scuola”.

I dati di Tuttoscuola dicono, anche e soprattutto, che al nord c’è carenza di docenti e che le classi sono più affollate….
“Era già così quando ero ministro ed è proprio per questo che la retorica della ‘deportazione’ è stata davvero fuori luogo. Gli insegnanti servono dove ci sono gli studenti e non viceversa. L’obiettivo primario del Ministero deve essere quello di garantire la qualità degli apprendimenti a tutti gli allievi sul territorio, indipendentemente dalla zona geografica. Invece, soprattutto negli ultimi anni, le esigenze dei docenti sono state anteposte a quelle degli studenti a scapito della continuità didattica e della qualità degli apprendimenti, come certificato anche dai dati rilevati dall’Ocse. Non è un mistero che i continui cambi di insegnanti penalizzino gli studenti”.

insomma, secondo lei alla fine le cifre indicano effetti della legge cosiddetta sulla Buona Scuola diversi da quelli immaginati?
“Sicuramente. In primo luogo per il numero delle assunzioni. Infatti, non sono state realizzate tutte le assunzioni programmate, poiché, molti insegnanti delle Gae hanno preferito non presentare domanda di assunzione piuttosto che rischiare di essere trasferiti. In secondo luogo per il numero di cattedre rimaste scoperte e, correlativamente, per il numero di supplenze. Nonostante la massiccia immissione in ruolo il numero di supplenze nel 2016 ha raggiunto le 100 mila unità come l’anno precedente, prima delle assunzioni della Buona scuola. Non è stata fatta una preventiva analisi dei fabbisogni delle scuole e della composizione delle Gae, e non è stato, quindi, possibile coprire le cattedre di matematica e delle materie scientifiche che sono ormai esaurite da anni. Queste stesse cattedre non hanno potuto essere coperte neppure a seguito del concorso che avrebbe dovuto consentire di immettere in ruolo circa 63.000 docenti, visto che le procedure non sono ancora concluse e molti insegnanti privi di abilitazione non hanno potuto parteciparvi. Il paradosso è che questi insegnanti privi di abilitazione, che non hanno potuto partecipare al concorso, attualmente sono quelli che stanno coprendo le cattedre scoperte con incarichi di supplenza. Così si sta generando altro precariato diversamente da quanto dichiarato dagli autori di questa legge”.

Adesso che fare? Il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, afferma che anche per il prossimo anno non ci sarà il vincolo triennale di permanenza sulla stessa cattedra. Lei concorda?
“Per nulla. Non comprendo le ragioni di una simile scelta per la scuola se non quella del raggiungimento di una “pax sindacale” incrinata dal precedente Ministro. Come raccontano i numeri di questo anno scolastico, riaprire le porte della mobilità straordinaria a migliaia di docenti è penalizzante soprattutto per gli studenti di quei docenti che lo scorso anno si sono dovuti trasferire dal Sud (e quindi principalmente per gli studenti del nord, ndr). Inoltre, non sfuggirà alla Ministra il caos gestionale che ha accompagnato l’avvio dell’anno scolastico, tra ricorsi contro il funzionamento dell’algoritmo e tentativi di conciliazione e temporeggiamenti dei docenti, che hanno aspettato fino all’ultimo la possibilità di poter almeno usufruire dell’assegnazione provvisoria di un anno. Molti studenti hanno dovuto attendere mesi prima di vedersi assegnato un professore. Oltre alla riapertura della mobilità a tutti, ci sarà anche la disattivazione della c.d. “chiamata diretta” ed i docenti potranno così scegliere in quale specifico istituto insegnare, rendendo ancora più appetibile l’accesso alla mobilità. Temo che anche per il prossimo anno non sarà facile garantire l’ordinato avvio del nuovo anno scolastico”.