Fund raising. Servono specialisti…

La recente sortita del ministro Maria Chiara Carrozza in favore di una più ampia libertà, per le singole scuole (e magari per le loro reti), di acquistare a mercato libero le attrezzature tecnologiche e – presumibilmente – il software necessario per digitalizzare le aule e la didattica, è stata accompagnata dall’auspicio di un più ampio ricorso, da parte delle stesse scuole, all’autofinanziamento tramite il fund raising. Ecco come si è articolato il suo ragionamento, destinato certamente a far discutere.

Dobbiamo cambiare rotta rispetto all’idea della Lim di Stato”, ha detto in primo luogo il ministro in un’intervista al ‘Corriere delle Comunicazioni’ ripresa dalle agenzie, e prendere atto che “è finita l’epoca in cui si acquistano piattaforme di Stato”, perché “è più sensato, dal punto di vista strategico ed economico, dotare le scuole di un fondo per comprarsi la lavagna interattiva del modello e della marca che ritengono più adatta, eventualmente”.  

Poi il ministro ha ampliato il discorso, auspicando il ricorso al ‘fund raising’ (raccolta fondi) per incrementare le opportunità di fare innovazione da parte degli istituti scolastici, che potrebbero avviare “azioni di procurement (approvvigionamento, acquisti, ndr) avanzato che coinvolgano anche i privati, grandi o piccoli che siano, interessati ad investire nella scuola.

Insomma il ministro vuole aprire una pagina nuova nel rapporto tra le scuole e il contesto socio-economico in cui esse vivono, sul modello delle esperienze dei Paesi che da tempo praticano il fund raising. Il ministro, che ha una vasta esperienza internazionale, sa certamente che in quei Paesi il fund raising è una vera e propria attività professionale, affidata a specialisti che la esercitano spesso a tempo pieno, e non a insegnanti e presidi di buona volontà.

Si vuole andare davvero in questa direzione? Carrozza sembra decisa: “L’ecosistema dell’innovazione scolastica che ho in mente”, ha detto, non fa solo innovazione di prodotto ma anche di ‘fund raising’. Che potrebbe esser favorito “lavorando per defiscalizzare le donazioni dei privati alle scuole”.