Francia: la terza via di Macron

È sempre più probabile che sarà Emmanuel Macron, 39 anni, un indipendente già ministro dell’Economia nel governo Valls dal 2014 al 2016, quando si dimise per annunciare la sua candidatura all’Eliseo, l’avversario di Marine Le Pen (data per vincente al primo turno) nel ballottaggio per la presidenza della Repubblica francese.

Le chances del candidato della destra moderata François Fillon, alle prese con scandali familiari e problemi interni al suo partito, che è orientato addirittura a sostituirlo, e quelle del candidato socialista Benoit Hamon, che ha vinto le primarie del suo partito su posizioni di sinistra-sinistra, di arrivare al ballottaggio sono considerate minime.

È quindi cresciuto l’interesse dei media francesi per l’outsider Macron, che viene dato per vincente nei confronti della Le Pen, e i cui comizi, come l’ultimo tenuto a Lione sabato scorso, sono sempre più affollati.

L’area politica in cui si colloca Macron è certamente quella del centro-sinistra, ma su posizioni che potremmo definire lib-lab: una terza via simile per certi aspetti a quella interpretata da Tony Blair in Gran Bretagna nelle vittoriose elezioni del 1997, anche per la priorità accordata ai temi dell’educazione.

In questo settore il programma di Macron non si discosta da quello tradizionale dei socialisti (scuola laica ispirata ai valori repubblicani, integrazione, meritocrazia), ma con una maggiore apertura all’autonomia delle scuole, anche in materia di reclutamento dei docenti, e alla sperimentazione pedagogica, e con una particolare attenzione per l’educazione dei bambini nella fascia 0-3 e 3-8 anni. La sua proposta è di dimezzare il numero di alunni per classe nelle zone di intervento prioritario riducendo la spesa per i licei anche attraverso la diminuzione delle troppe (e costose) prove attualmente previste per il BAC.

Altro punto del programma (già contenuto anche in quello di Hollande del 2012, ma rimasto in gran parte sulla carta) è quello di eliminare le scuole ghetto incentivando la “mixité sociale” delle scuole.