Francia al voto: confronto sull’educazione tra Macron e Le Pen

Francia al voto/1

L’aspro confronto svoltosi nelle scorse settimane tra i candidati alla presidenza della Repubblica francese ha messo in luce visioni del ruolo della scuola profondamente diverse, e la politica scolastica si conferma ancora una volta (sta avvenendo anche negli USA) come l’elemento distintivo, la cartina al tornasole dei valori e dell’immagine della società che caratterizza le diverse posizioni e proposte politiche.

Macron e Le Pen sono i due candidati rimasti in lizza che si contenderanno l’ingresso all’Eliseo nel secondo turno, in programma per il 7 maggio 2017.

Sarà quindi un confronto-scontro tra l’esponente della nuova destra nazionalista Marine Le Pen (“nuova” per distinguerla da quella del padre Jean-Marie, fondatore del Front National, non immune da pulsioni antisemite e da una certa comprensione per il regime collaborazionista di Vichy) e l’uomo nuovo della politica francese, il liberal-democratico Emmanuel Macron, leader trentanovenne di un movimento politico (non un partito, ha tenuto a precisare), denominato “en marche!”, già ministro dell’Economia nel governo Valls (2014-2016).

Nel giro di poco più di un anno Macron ha occupato lo spazio lasciato dalla crisi del Partito socialista di Hollande sul versante del centro-sinistra, e di quello neogollista su quello del centro-destra, il cui elettorato moderato non ha condiviso l’involuzione conservatrice del suo candidato Fillon, che ha finito per mettersi in concorrenza con Marine Le Pen su una linea sovranista e antieuropea con una chiara convergenza di idee e proposte anche in materia di politica scolastica. Un terreno sul quale una presidenza Le Pen non si discosterebbe molto da una a guida Fillon.