Tuttoscuola: Turismo scolastico

Fonti del Clitunno: con i tuoi alunni in gita in un angolo di Paradiso

Un angolo di paradiso nella valle dell’Umbria. Le Fonti del Clitunno si trovano nel comune di Campello su Clitunno in provincia di Perugia, il parco si estende su una superficie di circa 10.000 mq e al suo interno troviamo numerose specie arboree, animali e ittiche.

Le Fonti del Clitunno sono un eden naturalistico e botanico in miniatura, noto sin dall’antichità per la sua rigenerante bellezza e per il potere catartico e rasserenante sull’animo del visitato.

“Hai mai veduto le Fonti del Clitunno?
Se non ancora, e credo di no,
altrimenti me ne avresti parlato, valle a vedere.
Io l’ho viste da poco e mi rammarico
di averlo fatto troppo tardi”.

Così scriveva Plinio il Giovane ad un amico e il suo consiglio è valido ancora oggi. Le Fonti del Clitunno come le vediamo ora sono diverse da quelle del Primo secolo, ai tempi di Plinio. Un violento terremoto, nell’anno 444 cambiò la faccia della zona, probabilmente, fu la causa del ridimensionamento del fiume Clitunno, fino ad allora navigabile. La sistemazione delle Fonti del Clitunno come le vediamo oggi è dovuta all’opera paziente di Paolo Campello della Spina che tra il 1860 e il 1865 tolse la terra per creare lo spazio per il laghetto e provvide a far crescere la vegetazione che ancora adesso caratterizza il luogo. Qualche anno dopo Giosuè Carducci scrisse l’ode barbara “Alle Fonti del Clitunno”. Il passaggio del poeta è ricordato oggi da una stele dello scultore torinese Leonardo Bistolfi con uno scritto di Ugo Ojetti. Già qualche anno prima George Byron, in pellegrinaggio in Italia era passato sulle rive del Clitunno e vi aveva lasciato traccia della sua vena poetica. E sempre ai tempi di Augusto il poeta imperiale per eccellenza, Virgilio, aveva riportato a proposito del Clitunno la curiosa leggenda dei buoi che, immergendovisi sarebbero diventati ancor più candidi.

Sorgenti in poesia

Plinio il Giovane in una lettera ad un amico descrive la fonte formata «da molte e ineguali vene», la quale, «prorompendo, dà vita a un laghetto così puro e cristallino che potresti contare le monete gettatevi dentro e le pietruzze rilucenti sul fondo».

George Byron ne canta la dolcissima onda / del più lucente cristallo / che mai abbia offerto rifugio a ninfa fluviale (“Childe Harold’s Pilgrimage”).

Giosuè Carducci intitola “Alle Fonti del Clitumno” una delle sue “Odi barbare”, e definisce il fiume testimone dei tre imperi, riferendosi agli Umbri, agli Etruschi e ai Romani.

Il complesso sorgivo delle fonti è un tipico esempio di sorgente di sfioramento di livello idrostatico, che fuoriesce nel punto in cui il calcare del lias interseca la superficie del terreno. La sua rinomanza naturalistica è legata soprattutto alle caratteristiche ambientali che gli derivano dall’essere costituito in parte da acque subito correnti (numerose vene e molti ruscelletti brevi) e in parte da acque che riempiono, stagnando, una depressione del terreno. In esso sono presenti caratteristici crateri, profonde buche a forma d’imbuto, sul fondo dei quali si aprono numerosi polle sorgive che assicurano il maggior apporto di acqua al sistema, soprattutto nella porzione centro-orientale del lago. Tali buche possono superare anche i 4 metri di profondità.

È caratteristica delle Fonti del Clitunno l’elevata stabilità di alcuni fattori ambientali. In esse, infatti, l’avvicendarsi delle stagioni e il variare della temperatura dell’aria provoca solo lievissime oscillazioni della temperatura dell’acqua (12°), inferiori a 1/10 di grado. Anche la quantità dell’ossigeno disciolto denuncia, in maniera tipica, la fisionomia sorgiva dell’ambiente, poiché infatti, in nessun periodo dell’anno esso raggiunge il 100% di saturazione, ma si ferma intorno al 60%.

Fonti del Clitunno
Informazioni parco e prenotazioni visite guidate:
Tel. 0743.521141
parcostorico@fontidelclitunno.it
www.fontidelclitunno.it

Informazioni bar-ristorante:
Tel. 0743.275057
info@fontidelclitunno.it | www.fontidelclitunno.it

 

 

 

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