Fase C. Todos caballeros

In attesa che si completi il quadro dell’accettazione di nomina da parte dei docenti che hanno ricevuto una proposta di assunzione, è possibile esprimere alcune prime considerazioni sulla tipologia di quegli insegnanti destinatari del ruolo in organico aggiuntivo.

Scontata la situazione di persone che per il posto di ruolo dovranno migrare da località lontane (soprattutto da province del Mezzogiorno) e per le quali diversi commentatori torneranno a parlare di deportazione, è opportuno guardare anche ai possibili effetti che l’impatto di migliaia di neo-assunti avrà sulla scuola.

Scorrendo gli elenchi nominativi pubblicati da alcuni uffici scolastici regionali (un atto apprezzabile di attenzione alla trasparenza), emergono moltissimi (troppi) casi di insegnanti, in particolare nella scuola primaria, con punteggi bassissimi e al minimo di punti per entrare in graduatoria GAE.   

Il punteggio minimo è la prova che questi docenti, a differenza di colleghi precari che hanno anni ed esperienza di servizio alle spalle, nella scuola non hanno mai insegnato o insegnato per pochissimo tempo. Essere in graduatoria e non avere esperienza professionale certamente non è una colpa, ma prospetta forti criticità per la qualità dell’offerta formativa nella scuola a cui si viene assegnati.

Se poi il docente a corto di esperienza professionale è iscritto da tempo in GAE, c’è da dubitare sull’efficacia del suo livello di preparazione che ha basi molto remote.

A suo tempo, proprio per il timore che potessero entrare in ruolo docenti privi di preparazione di base, in Commissione cultura alla Camera era stato ammesso un emendamento che prevedeva per i neo-assunti l’obbligo di acquisire durante l’anno di formazione una minima competenza di inglese e di informatica (come si richiede nella preselezione del concorso). In Commissione la maggioranza preferì annacquare il tutto nella genericità dell’obbligo di formazione, forse per non scontentare i precari che si erano sentiti offesi per quella richiesta di supplemento alla loro formazione.

È desolante constatare che non solo il sindacato (che lo fa per mestiere) ma anche il mondo politico si preoccupa troppo spesso prima dei problemi del personale scolastico e solo dopo del diritto degli alunni ad una buona scuola.