Esame terza media: ‘I ragazzi non passeranno alla storia per non averlo sostenuto, ma per aver visto la scuola cambiare’. Intervista alla DS

È fresca fresca l’ordinanza del Ministero dell’Istruzione, in cui si mettono nero su bianco le modalità con cui si svolgerà l’esame terza media per il quale gli studenti saranno chiamati a realizzare e a esporre un percorso interdisciplinare entro fine giugno.

“È un momento molto delicato – afferma Silvia Cuzzoli, Dirigente dell’I.C. Fontanile Anagnino (Rm) – Quando ho incontrato virtualmente gli alunni e le alunne nelle meet ho sentito doveroso ringraziarli. Ho espresso il mio ringraziamento perché ognuno di loro, stando a casa, rispettando le nuove regole e dimostrando capacità di adattamento ad una situazione nuova, per la quale neanche i loro adulti di riferimento erano pronti, hanno fatto molto per la Comunità educante e i loro genitori”. In primis hanno saputo aspettare. La gestione dell’attesa è tra le prime virtù di questi ragazzi che hanno saputo come si svolgerà il loro esame a meno di un mese dalla fine della scuola. Al tempo del Coronavirus è stato richiesto agli studenti di saper attendere e allo stesso tempo di saper agire su richiesta, con immediatezza; come nei giorni scorsi in cui non era ancora chiaro come avrebbero dovuto presentare il loro lavoro e quando. 

“Durante i nostri incontri virtuali – prosegue la DS Cuzzoli – mi hanno parlato della loro quotidianità, di ciò che provano e mi hanno chiesto come sarebbe stata la conclusione del loro percorso. Una domanda a cui inizialmente non sapevo rispondere e che ancora oggi non trova una risposta ufficiale, seppur il quadro sia più chiaro. Il confronto costante con i ragazzi, però, ha portato a dimostrare loro che anche in un contesto di precarietà e incertezza la Scuola c’è, non “dentro le mura”, ma a loro fianco certa e sicura di accompagnarli ad affrontare la conclusione dell’anno scolastico e con essa il ciclo di studi”. 

Dai social emerge che il timore più grande degli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado al tempo del Coronavirus sia quello di passare alla storia come “coloro che non hanno sostenuto l’esame di Stato”, è veramente così? “Direi che i ragazzi delle classi terminali di oggi – afferma ancora la DS – passeranno alla storia per aver saputo cambiare insieme agli adulti. Il cambiamento è qualcosa che spaventa, eppure, la capacità di adattamento degli studenti è stata di esempio per tutti. Ricorderemo questi ragazzi per aver aiutato i loro docenti quando erano in difficoltà con webcam e telefono, per essersi impegnati a ripensare le attività, a rispondere con prontezza e ad aggiornare le proprie competenze disciplinari e interdisciplinari. Certamente passeranno alla storia, ma come protagonisti del più grande cambiamento della Scuola contemporanea e non come coloro che non hanno sostenuti l’Esame di Stato”.

“La scuola – si legge nelle Indicazioni Nazionali – potrà perseguire alcuni obiettivi, oggi prioritari: insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza, […] promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo […] e diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana, possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo fra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture” Vien da sé, che i ragazzi che stanno preparando il proprio percorso interdisciplinare al tempo del Coronavirus passeranno alla Storia per essere stati i pioneri indiscutibili di quello che, il documento guida della scuola del primo ciclo definisce come “Nuovo umanesimo”.